Svizzera

E Novartis non farà più sconti agli ospedali

Costi annui tra i 300 e i 400 milioni se anche le altre aziende dovessero abolire i ribassi

Ti Press
11 ottobre 2019
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Da 300 a 400 milioni di franchi l’anno: a tanto ammonterebbe il costo per gli ospedali svizzeri causato dalla decisione di Novartis di sopprimere gli sconti concessi finora sui suoi farmaci. I diretti interessati non escludono ora di ricorrere alla concorrenza, sempre che quest’ultima non decida di seguire l’esempio dell’azienda farmaceutica.
In una lettera inviata a metà settembre agli ospedali, Novartis giustifica questo passo con la necessità di adeguare le sue pratiche all’ordinanza sull’integrità e la trasparenza nel campo degli agenti terapeutici che entrerà in vigore all’inizio di gennaio. Una motivazione che non ha convinto i nosocomi. “La nuova ordinanza non vieta sconti concessi dall’industria agli ospedali, al contrario”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Awp Pascal Bonnabry, responsabile della farmacia degli Ospedali universitari di Ginevra (Hug). L’ordinanza, ha spiegato, “instaura la trasparenza e chiarisce semplicemente l’uso che può essere fatto dei risparmi così ottenuti”. Bonnabry suppone che Novartis tema, a causa di questa maggiore trasparenza sugli sconti, che l’Ufficio federale della sanità pubblica possa fare pressione affinché l’azienda abbassi anche i prezzi ordinari. Un’interpretazione confutata dall’azienda, secondo cui l’ordinanza include una clausola di retroattività che concede in ogni caso all’Ufsp un diritto di controllo retroattivo sui ribassi praticati finora.
Alcuni esperti stimano che la decisione di Novartis causerà spese maggiori di 300-400 milioni di franchi all’anno per gli istituti di cura nazionali. Il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ha però recentemente precisato al Corriere del Ticino (Cdt) che tale cifra corrisponde alla totalità degli sconti applicati a livello svizzero. Novartis ha infatti assicurato che l’eliminazione dei suoi sconti rappresenta “pochi milioni di franchi”. Se sarà solo quest’ultima ad abolire i ribassi, il Dipartimento sanità e socialità del Ticino ha indicato – sempre al Cdt – che i costi per il cantone ammonterebbero a 100mila franchi all’anno. Nel caso in cui venissero aboliti tutti i ribassi la fattura aumenterebbe a 10 milioni.
Intanto, oltre a Novartis, l’unica azienda che ha a sua volta deciso di eliminare gli sconti è il laboratorio tedesco Boehringer Ingelheim. Temendo quindi una possibile ‘epidemia’, gli ospedali si sono attivati: “Siamo in discussione con tutti i nostri fornitori per cercare di scoprire le loro intenzioni, ma è ancora troppo presto per essere rassicurati o davvero preoccupati”, ha ammesso Bonnabry.
Intanto, secondo l’esperto del Hug, la decisione di Novartis spingerà gli ospedali a valutare prodotti alternativi o della concorrenza: “Già nel 2002, quando è entrata in vigore la legge sugli agenti terapeutici, Novartis aveva commesso l’errore di essere l’unico fornitore a ridurre gli sconti per gli ospedali. E ne ha sofferto per quattro o cinque anni”.

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