Svizzera

Iniziativa Udc: un miliardo dall'aiuto allo sviluppo all'Avs

L'iniziativa popolare mira a ridurre di circa un terzo i fondi della Confederazione destinati all’estero per rimpolpare il Primo pilastro

23 settembre 2019
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Togliere un miliardo di franchi all’aiuto allo sviluppo per rimpolpare le casse dell’Avs. È quello a cui mira un’iniziativa popolare generica dell’Udc. Il testo «è stato elaborato da un gruppo di lavoro interno formato dai vertici del partito ed è stato depositato oggi presso la Cancelleria federale per una prima verifica», conferma a ‘laRegione’ Marco Chiesa, vicepresidente dei democentristi e consigliere nazionale ticinese.
L’idea circolava già da diversi mesi: all’inizio di quest’anno, in occasione della presentazione del programma dell’Udc per la prossima legislatura, il partito aveva già sottolineato che avrebbe voluto ridurre di circa un terzo i fondi destinati all’aiuto allo sviluppo per farli fluire nel Primo pilastro. Questa proposta era anche oggetto di una mozione del gruppo parlamentare Udc, discussa giovedì scorso al Consiglio nazionale. L’atto parlamentare è però stato bocciato con 117 voti a 61 e 4 astensioni.
Stando a Chiesa è proprio questo il motivo che ha spinto il partito a depositare il testo a meno di un mese dalle elezioni federali: «I tempi ce li ha dettati il parlamento. Dovevamo attendere la votazione del Nazionale che come previsto non ha tenuto conto, a nostro avviso, degli interessi degli svizzeri».
Concretamente, l’iniziativa – il cui testo provvisorio è stato consultato dalla redazione – chiede che le uscite dalla Confederazione nell’ambito dell’aiuto allo sviluppo (a eccezione degli aiuti umanitari) vengano ridotte di almeno un miliardo rispetto al 2017. I mezzi risparmiati dovrebbero poi andare a beneficio dell’Avs. La riduzione dovrebbe avvenire a tappe nell’arco di cinque anni dall’entrata in vigore del testo.
Insomma, all’aiuto allo sviluppo dovrebbero rimanere solamente 2,2 miliardi circa, tornando così «ai livelli del 2007», precisa Chiesa. In questo modo, «vogliamo assicurare le casse dell’Avs, che saranno comunque sempre più sotto pressione, con misure che non andranno a pesare esclusivamente sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori». Il deputato ticinese si riferisce in particolare all’aumento dell’Iva e dell’età pensionabile delle donne a 65 anni proposti dal Consiglio federale nell’ambito del progetto di risanamento del Primo pilastro. «Siamo tuttavia coscienti che questa misura da sola non basterà per risanare l’Avs. Ma si tratta di un passo nella giusta direzione».

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