Svizzera

Andreas Meyer lascia le Ffs entro il 2020

Il Ceo delle Ferrovie ha annunciato le sue dimissioni dopo 13 anni alla testa dell'azienda. 'Mi dedicherò ad altre sfide e a organizzazioni senza scopo di lucro'

Andreas Meyer (Ti-Press)
4 settembre 2019
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Andreas Meyer, Ceo delle Ffs dal 2007, si dimette. Lascerà la sua carica entro la  fine del 2020. La notizia è rimabalzata qualche minuto fa da una nota delle stesse ferrovie. Il Consiglio d'amministrazione ne è stato, infatti, informato con ampio anticipo. A questo punto Meyer manterrà la direzione dell'azienda e garantirà la continuità fino al passaggio di testimone al suo successore. Il Consiglio d'amministrazione ha avviato il processo di ricerca del successore.
“Il momento di annunciare le mie dimissioni è stato convenuto con ampio anticipo con il Consiglio d'amministrazione e riflette la mia volontà di intraprendere una nuova fase professionale prima dei 60 anni”, ha dichiarato Meyer in occasione della conferenza stampa per la presentazione del risultato semestrale 2019. “Fino alla mia partenza resterò a capo dell'azienda con tutte le responsabilità che la mia carica comporta e affronterò le attuali sfide dando loro la massima priorità”.

È il momento giusto per un cambiamento, ha precisato ancora il Ceo, dato che il processo strategico 2020 si concluderà l'anno prossimo. Negli anni a venire si assisterà, inoltre, a un cambio generazionale in diverse posizioni direttive. È questa l'occasione per lasciare al successore la scelta di definire un nuovo team direttivo. “Desidero dedicarmi a una nuova fase della mia carriera professionale”, ha spiegato Meyer, “in cui mettere a disposizione la mia esperienza per incarichi strategici e progetti specifici come consigli d'amministrazione, l’accompagnamento di startup e la collaborazione con organizzazioni senza scopo di lucro”.

“Siamo rammaricati, ma comprendiamo questo passo di Andreas Meyer”, ha affermato dal canto suo Monika Ribar, presidente del Consiglio d'amministrazione delle Ffs. “Meyer dirige da 13 anni un'azienda complessa come le Ffs e ne ha fatto un'azienda moderna, votata al servizio pubblico. Nell'ambito della pianificazione della sua successione abbiamo lavorato in stretto contatto con Andreas Meyer e insieme abbiamo definito anche questo passo”. Il momento dell'annuncio delle dimissioni era già stato concordato nel maggio 2019 tra il Consiglio d'amministrazione e il Ceo e il processo di ricerca per la sua successione avviato già allora.

Anche in considerazione del tragico incidente di inizio agosto e delle questioni sollevate, il Consiglio d'amministrazione ripone la massima fiducia in Andreas Meyer e nella direzione del Gruppo: “È una situazione difficile, quella che devono sormontare. Le misure definite sono efficaci e vengono messe in atto con grande impegno e senso di responsabilità dalle nostre collaboratrici e dai nostri collaboratori”, ha sottolineato Monika Ribar. Guardando al mandato di Meyer in questi anni, aggiunge: “Andreas Meyer ha consolidato la ferrovia integrata che tanti Paesi ci invidiano e ha saputo portare a compimento con successo numerosi progetti di ampio respiro”. È inoltre riuscito a costruire una struttura solida con spirito positivo e a dare una spinta alla trasformazione delle Ffs, in un'azienda moderna di proprietà della Confederazione e al servizio dei suoi abitanti.

Andreas Meyer ricopre la funzione di Ceo delle FFfs dal gennaio 2007. Grazie all’importante supporto finanziario dei poteri pubblici, le FFS sono tra le migliori ferrovie al mondo, ha dichiarato Meyer. “In ogni momento della mia carriera ho sentito la responsabilità di fornire le migliori prestazioni con i nostri 33 000 collaboratori, cercando di attingere il meno possibile ai fondi pubblici e nel contempo contribuire alla competitività della Svizzera”.

Sotto la guida di Meyer le Ffs hanno costantemente ampliato la loro offerta, mantenendo i prezzi stabili negli ultimi anni. Tra i traguardi più importanti citiamo il riposizionamento di Ffs Cargo, riportata nelle cifre nere, e la trasformazione di Ffs Immobili in una Divisione a tutti gli effetti, diventata colonna portante delle Ffs. Nello stato della rete è stata fatta trasparenza e sono stati apportati miglioramenti; la Cassa pensione è stata avviata al risanamento. A questi successi si aggiungono la digitalizzazione delle offerte per i clienti e dei mezzi di lavoro fino in cabina di guida. Tra i momenti più difficili non si possono dimenticare lo sciopero delle Officine di Bellinzona nel 2008, i ritardi nella messa in servizio dei nuovi treni bipiano per il traffico a lunga percorrenza e le questioni legate alla sicurezza.

Il Sev: 'Rimettete il servizio pubblico al centro'

Non si sono fatte attendere le reazioni all'annuncio delle dimissioni di Meyer. Il Sev, il Sindacato del personale dei trasporti, in una nota ha richiamato subito l'attenzione dei vertici delle Ferrovie sulla necessità di cogliere l'occasione per rimettere al centro dell'interesse il servizio pubblico. "E' tempo e ora – scrive il Sev - che le Ffs si concentrino nuovamente sulla loro attività principale e ripensino la loro cultura aziendale”. Detta altrimenti, vanno privilegiati “buone prestazioni, un elevato grado di sicurezza e prezzi adeguati”. Ergo, va data fiducia, si ribadisce, al personale, “che sa come funziona l'esercizio ferroviario e lavora con passione”, richiama il presidente Giorgio Tuti.

La parola chiave per il Sindacato è, quindi, 'partecipazione'. D'altra parte, “al momento le ferroviere e i ferrovieri nutrono scarsa fiducia nella loro dirigenza”. Come recuperarla? Prendendo “con la dovuta serietà questi segnali” e mettendosi in ascolto dei dipendenti. A cominciare dall'effetto avuto dalle misure di risparmio. L'auspicio finale? Che le Ffs tornino ad essere “un simbolo per l'identità svizzera”, chiosa Tuti.

 

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