Potrebbe prolungarsi fino a inizio 2020 la permanenza della Confederazione nell'elenco dei paradisi fiscali dell'Unione europea
Lo stralcio della Svizzera dalla lista grigia dei paradisi fiscali dell'Unione europea potrebbe essere ritardato. Originariamente era previsto in ottobre, ma ieri il competente gruppo di esperti dell'Ue non è giunto a una decisione. La cancellazione potrebbe quindi essere posticipata all'inizio del 2020.
Gli esperti dell'Unione sono confrontati a una situazione nuova e devono decidere se è sufficiente che un paese abbia emanato una norma per essere stralciato dalla lista o se bisogna attendere che quest'ultima venga applicata concretamente.
Il Liechtenstein, ad esempio, è stato cancellato dalla lista grigia nell'ottobre scorso, quando la nuova legislazione fiscale era già in vigore. Il Consiglio federale invece ha deciso a metà giugno di porre in vigore la Riforma fiscale e finanziamento dell'Avs (Rffa), accolta in votazione popolare il 19 maggio, a partire dal primo gennaio 2020. Quindi le disposizioni che prevedono l'abolizione della società a statuto speciale non sono ancora applicate.
Il gruppo di esperti dell'Unione europea vuole chiarire la questione una volta per tutte. Secondo fonti dell'Ue, mercoledì però non si è giunti a una decisione e di conseguenza non è stato possibile stabilire se la Confederazione può già essere eliminata dall'elenco. La questione sarà ridiscussa nel corso della prossima riunione, in agenda in settembre.
La Svizzera quindi, a seconda della variante scelta dagli esperti, potrà essere stralciata dalla lista grigia in ottobre o all'inizio del 2020. Fonti a Bruxelles hanno assicurato all'agenzia di stampa Keystone-Ats che non esiste nessun legame con altri dossier, ad esempio con l'accordo quadro.