Svizzera

Stuprò e uccise una prostituta: deve tornare in libertà

La decisione del tribunale argoviese fa seguito a una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo

Keystone
3 maggio 2019
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Il Tribunale distrettuale di Lenzburg (AG) ha annunciato oggi di aver revocato il "ricovero a scopo di assistenza" di un 29enne svizzero che nel 2011 era stato condannato a quattro anni di carcere per avere brutalmente stuprato e assassinato - nel 2008 quando era ancora minorenne - una prostituta nel canton Argovia. L'annuncio fa seguito alla sentenza, comunicata il 30 aprile, della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Questa aveva ritenuto il collocamento in carcere a scopo di assistenza del giovane allo scadere della pena privo di base legale e in violazione dell'articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, relativo al "diritto alla libertà e alla sicurezza". La corte aveva inoltre deciso che l'uomo va risarcito con 25'000 euro per torto morale più 7000 euro per le spese.

Nel comunicato odierno, il tribunale di Lenzburg afferma di aver deciso lo scorso 27 marzo di riesaminare la situazione dopo che il provvedimento nei confronti del giovane era stato prolungato più volte. Avendo constatato "uno sviluppo positivo" è giunto alla conclusione che le condizioni per un collocamento a scopo assistenziale "non siano più date". Sarebbe dunque "sproporzionato" mantenere il provvedimento. Il tribunale lo ha così revocato e ha ordinato al suo posto una "assistenza postpenale": l'argoviese si trova attualmente in un "alloggio con accompagnamento" nel canton Zurigo e continua ad essere sostenuto e assistito da personale appropriato.

Nel febbraio 2008 il giovane, che allora non aveva ancora compiuto i 18 anni (è nato nel 1990), si era arrampicato sulla facciata di un edificio di Aarau che ospitava un salone erotico ed era penetrato in una camera. Qui l'adolescente aveva dapprima violentato per due volte una prostituta 40enne, che aveva poi brutalmente ucciso. Il Tribunale dei minorenni di Lenzburg (AG) gli aveva inflitto nel novembre 2011 quattro anni di carcere, la massima pena prevista dal diritto penale minorile. Per proteggere la società dal giovane, cui erano state riscontrate turbe psichiche, aveva inoltre ordinato una "privazione della libertà a scopo di assistenza" una volta scontata la condanna. Il Tribunale federale aveva in seguito confermato la fondatezza della misura, ritenendo che il rischio di recidiva non potesse essere sottovalutato a causa degli impulsi sadici del giovane delinquente.

La Corte europea dei diritti dell'uomo, in una sentenza relativa al solo periodo tra aprile 2014 e aprile 2015, ha però giudicato che lo svizzero era stato "detenuto senza base legale e a titolo puramente preventivo" nell'ala di sicurezza del penitenziario di Lenzburg.

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