Svizzera

L'Università di Zurigo leva il velo sui suoi sponsor

Il caso Ubs insegna: l'ateneo si risolve a pubblicare la lista dei donatori. Nel 2018 versati importi per 121 milioni di franchi.

(Keystone)
3 aprile 2019
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L'Università di Zurigo ha pubblicato su internet (www.uzh.ch/de/about/basics/transparency/grants/list.html) la lista dei finanziamenti ricevuti da aziende private e fondazioni. La pubblicazione – una prima in Svizzera – fa seguito alla controversia legata a una sponsorizzazione da 100 milioni di franchi ricevuta da Ubs.

Le donazioni di aziende e fondazioni stanno diventando sempre più importanti per l'Università di Zurigo e hanno raggiunto l'anno scorso un importo di 121 milioni di franchi, ha annunciato oggi l'ateneo zurighese in una conferenza stampa.

La banca dati accessibile al pubblico, aggiornata al 31 dicembre 2018, elenca i donatori, lo scopo del finanziamento e il periodo di sostegno. Tra i donatori ci sono aziende tecnologiche e farmaceutiche, ma anche fondazioni ed enti statali. "La maggior parte dei donatori sono orgogliosi di sostenere l'università", ha detto il rettore Michael Hengartner. Nessuno ha finora rinunciato a dare un finanziamento a causa della nuova trasparenza.

C'è tuttavia anche la possibilità di fare una donazione in forma anonima, con la semplice dicitura "azienda" o "fondazione". Per questioni di concorrenza alcune aziende non vogliono fare sapere quali progetti stanno seguendo, ha dichiarato in proposito il rettore Hengartner. Ci sono inoltre fondazioni familiari facoltose che preferiscono mantenere l'anonimato "per paura di essere sommerse da richieste di finanziamento".

Il contratto da 100 milioni con UBS

La voglia di trasparenza non nasce dal nulla. Nel 2012, la grande banca Ubs aveva concluso con l'Università di Zurigo un contratto di sponsorizzazione da 100 milioni di franchi destinato alla creazione di un istituto associato con cinque cattedre.

L'ateneo si era inizialmente rifiutato di permettere ai giornalisti di consultare il contratto, provocando un'ondata di perplessità e proteste nel mondo accademico. Soltanto dopo l'insistenza di due giornalisti, che vinsero un ricorso davanti all'apposita commissione delle Alte scuole zurighese, l'università si è decisa a pubblicare il contratto per intero.

Si era mossa anche la politica, con una decisione del parlamento cantonale che ha obbligato i professori a rendere pubblici i legami di interesse e a pubblicare su internet le informazioni sulle cattedre che sono sostenute dal settore privato.

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