Svizzera

Mobilità, gli strumenti climatici attuali non bastano

Lo stabilisce il rapporto dell'Associazione delle accademie europee. Servono misure e un sostegno deciso all'innovazione per centrare gli obiettivi di Parigi

Ti-Press
20 marzo 2019
|

Gli strumenti esistenti per l'attuazione della politica energetica europea e svizzera nel settore della mobilità sono ben lungi dall'essere sufficienti per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Questa è la conclusione del rapporto 'Decarbonizzare la mobilità' pubblicato oggi dall'Associazione delle accademie europee (EASAC).

Il testo è stato scritto da 18 ricercatori sotto la direzione di Konstantinos Boulouchos, professore di tecnologia energetica al Politecnico federale di Zurigo (ETH) e presidente della Commissione per l'energia delle Accademie svizzere delle scienze. Si focalizza sul trasporto su gomma, che causa il 72% delle emissioni di gas serra prodotte dal traffico in Europa.

Gli autori propongono misure a tre livelli: in primo luogo la mobilità nel settore passeggeri e merci, attualmente in aumento, dovrebbe essere limitata ai trasporti essenziali. Inoltre il traffico motorizzato convenzionale dovrebbe essere trasferito verso mezzi di trasporto più efficienti, come la ferrovia o i trasporti pubblici. Infine la progettazione dei veicoli deve essere ottimizzata: le tecnologie dei gruppi propulsori devono essere più efficienti e i combustibili fossili sostituiti da fonti di energia rinnovabile.

Secondo il rapporto, la transizione verso modi di trasporto efficienti è inconcepibile senza massicci investimenti nel trasporto pubblico, in particolare quello ferroviario.

L'aumento dell'efficienza dei motori convenzionali dovrà offrire un contributo significativo per un periodo di transizione di oltre 20 anni. La promozione della mobilità elettrica dovrà essere abbinata a un rapido sviluppo di produzione di corrente con emissioni di CO2 molto basse.

Per i ricercatori il fattore decisivo sarà l'introduzione di un sistema europeo di quote di emissioni (European Emissions Trading Scheme) che metterà in concorrenza i settori dei trasporti, dell'industria e dell'edilizia.

La decarbonizzazione della mobilità a lunga distanza sarà la sfida più importante dei prossimi 20-30 anni e richiederà l'uso di combustibili come l'idrogeno, il metano e il cherosene, prodotti principalmente da elettricità rinnovabile. Lo sviluppo del know-how, con una tempestiva promozione degli investimenti, sarà fondamentale. Per mantenere e rafforzare la competitività dell'industria europea della mobilità saranno essenziali condizioni quadro adeguate e un sostegno politico all'innovazione.

Queste raccomandazioni sono valide anche per la Svizzera. Secondo gli esperti, una buona promozione dell'innovazione creerà sicuramente opportunità nella Confederazione, in particolare nel settore dei carburanti rinnovabili.

Il rapporto, presentato oggi a Bruxelles, è stato preparato da un gruppo di lavoro del programma energetico dell'EASAC. Le Accademie svizzere delle scienze hanno partecipato finanziariamente, mentre il contributo scientifico è stato fornito dallo Swiss Competence Centre for Energy Research in the Field of Mobility (SCCER Mobilità).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE