Svizzera

Canapa libera, piace l'idea dei test

Oggi si fuma tanto e male, anche i minorenni. Le associazioni di prevenzione favorevoli al progetto della Confederazione di studiare l'uso ricreativo della canapa

Ti-Press
1 marzo 2019
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Presto i progetti pilota per studiare l’uso ricreativo della canapa potrebbero diventare realtà. Ieri infatti il Consiglio federale ha trasmesso la relativa base legale al Parlamento che, se lo vorrà, potrà dare il via libera definitivo alle sperimentazioni nei comuni. Secondo il ‘ministro’ dell’Interno Alain Berset non si tratterebbe però di un primo passo verso la legalizzazione della sostanza.

Nella Confederazione «il numero di consumatori di cannabis è stabile a un livello piuttosto elevato», ha affermato ieri in conferenza stampa Berset. «Duecentomila persone consumano regolarmente la sostanza per scopi ricreativi. E questo malgrado sia illegale», ha aggiunto.

Questi progetti pilota riguardano infatti la canapa con un tenore di Thc superiore all’1%, dunque non quella cosiddetta ‘light’. Secondo il consigliere federale, la situazione attuale pone diversi problemi: «Abbiamo investito molto nella repressione», ma ciò non ha ridotto il numero di consumatori. Inoltre, «il mercato nero prospera, in particolare nelle città». Ci sono poi anche conseguenze sulla salute per i consumatori, visto che fanno uso di un prodotto che non è stato sottoposto ad alcun controllo di qualità: in certi casi nella canapa comprata sul mercato nero si possono trovare sostanze inquinanti, metalli pesanti e altri prodotti nocivi, ha spiegato Berset.  Infine è anche difficile raggiungere con misure di prevenzione i consumatori più problematici: non escono allo scoperto, perché hanno paura di essere sanzionati, ha precisato.

Secondo il ‘ministro’ dell’Interno è quindi necessario «un nuovo approccio». «Non si tratta di mettere in discussione il divieto generale della canapa», ha sottolineato Berset, ma questi progetti pilota permetteranno di studiare scientificamente la possibilità di introdurre altri modelli di regolamentazione che tengano conto della realtà attuale. L’articolo relativo alle sperimentazioni pilota – che verrebbe iscritto nella Legge federale sugli stupefacenti – prevede infatti che i Comuni possano condurre studi scientifici, i quali serviranno a determinare i vantaggi e gli svantaggi di altre forme di disciplinamento.

Non in Ticino: “Non abbiamo fretta”

Eventuali test non si svolgeranno però in Ticino, ha affermato da noi contattato Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento della sanità e della socialità: «Non abbiamo nessuna fretta, attenderemo il risultato degli altri cantoni».

D'accordo le associazoni di prevenzione: “La situazione attuale non va”

La possibilità di effettuare studi scientifici sull’uso ricreativo della canapa piace alle associazioni di prevenzione dalle dipendenze: permetterebbero di raccogliere dati utili per capire se ci sono soluzioni migliori di quelle odierne per ridurre l’uso problematico di cannabis, in particolare da parte dei minorenni.

Attualmente la situazione, «non è soddisfacente», afferma a ‘laRegione’ Grégoire Vittoz, direttore di Dipendenze Svizzera: «Il mercato nero equivale in pratica a un liberalismo totale: il prodotto è vietato, ma come risultato vi è il fatto che è estremamente accessibile». Per Vittoz una regolamentazione della canapa (con una tasso di Thc superiore all’1%, ndr) potrebbe limitare questa facile accessibilità, in particolare anche per i minorenni. Nel caso in cui si deciderà di intraprendere questa strada, il disciplinamento della sostanza dovrà però essere «molto rigido». «Le sostanze psicoattive che attualmente sono legali in Svizzera come alcol e tabacco sono regolamentate male. E noi non vogliamo una regolamentazione simile per la cannabis». In ogni caso, per il direttore di Dipendenze Svizzera, la proposta del Consiglio federale di effettuare progetti pilota sulla sostanza «va nella giusta direzione». «Qualsiasi miglioramento noi lo vogliamo incoraggiare», sottolinea Vittoz. E questi test potrebbero permettere di trovare un modello più efficace di quello che viene applicato oggi.

Anche secondo Guido De Angeli, operatore di Radix per la Svizzera italiana, i test sull’uso ricreativo della canapa possono essere utili: «Fare analisi approfondite potrebbe permettere di capire meglio se ci sono altre strade per ridurre l’uso problematico di questa sostanza», afferma al nostro giornale. «Ci troviamo in una realtà sociale confrontata con un consumo piuttosto diffuso di canapa». Per De Angeli è particolarmente preoccupante il fatto che questo prodotto venga consumato, a differenza di altre sostanze illegali, anche da ragazzi molto giovani. I progetti pilota permetteranno di studiare gli effetti dell’uso regolamentato di cannabis su adulti che hanno già consumato la sostanza in passato.

Vi saranno dunque poche risposte sui possibili provvedimenti da prendere per ridurre l’accesso ai minorenni alla canapa. E ciò è necessario, «visto che vietarla non sembrerebbe essere sufficiente a tutelare la loro salute». In generale «sarà importante raccogliere dati che riguardano l’esperienza dei consumatori per cercare di ridurre le conseguenza dell’uso di canapa sulla salute», rileva De Angeli. «Garantendo per esempio prodotti di qualità e contrastando il mercato illegale attraverso un altro tipo di accesso al prodotto». E una regolamentazione potrebbe anche ridurre l’accesso al prodotto ai minorenni.

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