Svizzera

Metà degli svizzeri assume farmaci ogni settimana, Ticino in testa

Le tensioni e l'ansia legate all'attività professionale possono contribuire all'insorgere di problemi fisici e psichici. Il 20% degli occupati in Svizzera soffre di stress sul lavoro

Ti-Press
28 febbraio 2019
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Il consumo di farmaci in Svizzera è nettamente aumentato negli ultimi 25 anni e ormai la metà degli adulti assume uno o più medicinali settimanalmente, stando ai risultati dell'indagine sulla salute in Svizzera 2017, pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST). La percentuale più alta si registra nella Svizzera italiana, con un 54,1% di consumatori regolari. Nel 1992 il Sud delle Alpi era invece la regione con il tasso più basso della Svizzera.

"La stragrande maggioranza della popolazione considera la propria salute (85%) e qualità di vita (92%) buona o molto buona. Eppure un terzo è affetto da malattie croniche", precisa l'UST ricordando negli ultimi 25 anni sono aumentate le patologie cardiovascolari come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, il diabete e l'obesità.

Anche il consumo di farmaci è cresciuto: nel 1992 il 38% della popolazione di 15 anni e più assumeva almeno un medicinale alla settimana, nel 2017 la percentuale è salita al 50,3%. Nella Svizzera italiana l'aumento è ancora più marcato: in 25 anni infatti la quota di consumatori regolari è passata dal 35,2% al 54,1%. Il Ticino, con una percentuale del 54,7% , è la grande regione dove il consumo risulta più elevato.

I farmaci più utilizzati sono gli antidolorifici: il 24% degli intervistati ne ha assunti nella settimana precedente l'indagine, una quota raddoppiata rispetto al 1992. Seguono poi i medicinali contro i rischi di malattie cardiovascolari (16% contro l'ipertensione, 8% per l'ipercolesterolemia e il 7% per il cuore). Sonniferi, sedativi e antidepressivi vengono utilizzati dal 5% circa della popolazione.

"La vita lavorativa ha un impatto fondamentale sulla salute", afferma l'UST precisando che per valutare la soddisfazione gli indicatori chiave sono il sostegno da parte dei superiori e la conciliabilità tra vita familiare e lavorativa. Circa i tre quarti della popolazione attiva in Svizzera sono soddisfatti del proprio lavoro (73%), mentre il 9% fatica a conciliare lavoro e impegni familiari o non riceve sostegno dai propri superiori. Nelle Svizzera italiana la percentuale di chi fatica a conciliare lavoro e famiglia è più elevata: 12,5% contro 8,7 nella Svizzera tedesca e 10,3 % in Romandia.

Le tensioni e l'ansia legate all'attività professionale possono contribuire all'insorgere di problemi fisici e psichici. Il 20% degli occupati in Svizzera soffre sempre o spesso di stress sul lavoro e il 19% si sente emotivamente svuotato. Inoltre, il 15% ha paura di perdere il proprio impiego.

La medicina complementare riscuote un crescente successo dal 2002. Il 29% degli intervistati (16% nel 2002) usufruisce di almeno un trattamento di l'anno di agopuntura, medicina cinese, omeopatia o osteopatia. Queste prestazioni sono apprezzate in particolare dalle donne (37% contro il 21% di uomini) e dalle persone con una formazione superiore (34% contro il 18% di chi ha un diploma di scuola dell'obbligo). Esistono anche notevoli differenze regionali: i romandi (38%) ricorrono infatti alla medicina complementare più degli svizzero tedeschi (26%) e degli italofoni (23%).

L'indagine sulla salute viene realizzata dal 1992 a cadenza quinquennale. Per i raccogliere i dati del 2017 sono state interrogate 22'134 persone in tutta la Svizzera.

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