Svizzera

Il razzismo è un problema grave per il 59% della popolazione

A livello svizzero la percentuale risulta tuttavia in calo di sei punti. Lo rende noto uno studio condotto su 3000 persone dall'Ufficio federale di statistica

21 febbraio 2019
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ll 59% della popolazione svizzera considera il razzismo un grave problema sociale. La percentuale risulta in calo di sei punti rispetto al precedente rilevamento, secondo quanto indica oggi l'Ufficio federale di statistica (Ust). Il 55% degli intervistati - i dati si riferiscono al 2018 - ritengono peraltro che l'integrazione dei migranti nella società elvetica funzioni bene. 

Dallo studio risulta che il 59% degli interrogati giudica adeguate le misure messe in atto per combattere il razzismo. Degli insoddisfatti, il 29% ritiene che lo stato dovrebbe attivarsi maggiormente, il 24% che l'iniziativa spetti ad ogni singolo individuo, il 19% punta al mondo politico e il 15% alle scuole e agli insegnanti.

La percentuale di svizzeri che avvertono una sensazione di disturbo in presenza di persone percepite come diverse a causa della loro nazionalità, religione o colore della pelle, si attesta al 34%, due punti in meno rispetto al precedente sondaggio condotto nel 2016. Per il 40% quella del razzismo non è da considerarsi una questione grave, mentre il 21% si dice imbarazzato per la presenza di persone con uno stile di vita non sedentario.

La quota di popolazione che esprime giudizi negativi nei confronti dei musulmani è dell'11%, ma la percentuale di intervistati che mostrano disapprovazione per l'Islam è molto più alta ed è pari al 29%. L'11% è ostile ai neri, il 9% agli ebrei, ma solo il 4% si sente minacciato dagli stranieri.

In termini di integrazione è vero che il 55% (-1 punto) esprime giudizi positivi, ma il 43% ritiene che stia funzionando piuttosto o molto male. L'UST afferma anche che tra coloro che hanno riferito di aver subito discriminazioni in Svizzera, la causa più frequentemente menzionata (58%) è stata la nazionalità.

La maggioranza degli intervistati è favorevole alla concessione di maggiori diritti agli stranieri: in particolare il 61% è favorevole al ricongiungimento familiare e il 57% alla naturalizzazione automatica degli stranieri di seconda generazione. Il 70% respinge inoltre l'idea che gli stranieri siano responsabili di un potenziale aumento della disoccupazione.

L'indagine è stata condotta su un campione di 3000 persone di età compresa tra 15 e 88 anni.
 
 

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