Svizzera

La ‘grossa sfida' è il boom edilizio fuori dalle zone edificabili

Raimund Rodewald della Fondazione per il paesaggio dopo il 'no' all'iniziativa dei Giovani Verdi

(Keystone)
11 febbraio 2019
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La superficie totale delle zone edificabili in Svizzera potrà continuare a crescere: non in maniera eccessiva e disordinata come fino a un recente passato, bensì in ossequio alle severe disposizioni della riveduta Legge sulla pianificazione del territorio (Lpt). Popolo e cantoni non hanno voluto interferire nel processo di applicazione della Lpt, accolta alle urne nel marzo 2013 – un anno dopo il ‘sì’ all’iniziativa sulle abitazioni secondarie – e in vigore dal primo maggio 2014. Il ‘no’ all’iniziativa ‘contro la dispersione degli insediamenti’ dei Giovani Verdi – che mirava invece a congelare a tempo indeterminato la superficie totale delle zone edificabili ai livelli odierni – è stato netto (63,7%). Ma il rifiuto «non significa un ‘no’ alla protezione della natura e del paesaggio», ha puntualizzato la consigliera federale Simonetta Sommaruga (Ps). Ne abbiamo parlato con Raimund Rodewald, direttore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (Fp).

Dopo il ‘no’ all’iniziativa dei Giovani Verdi, siamo ben attrezzati per evitare gli eccessi del passato? 

Sì e no. La legge in sé è molto buona, ma è soprattutto nelle teste che le cose devono funzionare. L’attuazione della prima tappa della Legge sulla pianificazione del territorio (Lpt1) è un processo in pieno svolgimento. Non sappiamo a che punto siamo, perché i Cantoni hanno tempo fino alla fine di aprile per adeguare i loro piani direttori. Ma viste le prime indicazioni, sono relativamente ottimista. Con la Lpt1 siamo riusciti ad arrestare la crescita selvaggia del passato.La Fp ha lasciato libertà di voto. 

Cosa temevate di quest’iniziativa?

Che le conquiste della Lpt1 potessero essere rimesse in discussione. L’iniziativa avrebbe introdotto una nuova ricetta nella pianificazione del territorio: dezonamenti solo come compensazione di nuovi azzonamenti. Ciò avrebbe bloccato i processi di dezonamento già avviati o in procinto di esserlo: in Vallese ad esempio, ma anche in Ticino e altri cantoni. Sarebbe stato un grosso passo indietro. L’iniziativa poteva anche starci fra cinque-dieci anni, qualora ci si fosse resi conto che cantoni e comuni non hanno applicato la Lpt1 e hanno azzonato nuovo terreno. Ma il testo non rispondeva alle grosse sfide che oggi pone la pianificazione del territorio. 

Quali sono queste ‘grosse sfide’?

Al momento non hanno a che vedere tanto con la limitazione della superficie delle zone edificabili, quanto con l’esplosione degli insediamenti al di fuori di queste: qui la pressione, esercitata da più parti, è incredibile. È per questo che diverse associazioni, tra cui la Fp, lanceranno in marzo un’iniziativa popolare [il tema è oggetto peraltro della seconda tappa della Lpt, ndr].

Cosa chiedete?

Che vengano fissati chiari paletti all’espansione degli insediamenti al di fuori delle zone edificabili; e che sia rafforzata la separazione tra queste e le zone non edificabili, aspetto per il quale l’iniziativa dei Giovani Verdi non forniva risposte. Lanceremo poi un’altra iniziativa, per cambiare la catastrofica situazione attuale – confermata da numerosi studi e dallo stesso Consiglio federale – a livello di biodiversità in Svizzera. SG

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