Svizzera

Salari in euro: 'I dipendenti sapevano, nessun rimborso'

Il Tribunale federale dà torto ai due frontalieri che avevano chiesto un rimborso: 'Conoscevano le circostanze e avevano accettato una modifica contrattuale'

Ti-Press
15 gennaio 2019
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Due frontalieri che hanno ricevuto i loro salari in euro a causa del franco forte non hanno diritto ad un rimborso. È la decisione presa oggi dal Tribunale federale, che ha in questo modo accolto un ricorso delle rispettive aziende interessate.

Secondo i due dipendenti - uno della Marquardt Verwaltungs-GmbH e uno della vonRoll production SA - la misura era contraria alla libera circolazione delle persone e i rispettivi tribunali cantonali avevano dato loro ragione. Le aziende hanno però fatto ricorso all'Alta corte di Losanna, che per la prima volta ha trattato la questione dei salari in euro.

Secondo Mon Repos, entrambi i lavoratori avevano accettato nel 2011 una modifica contrattuale proprio sui salari in euro. Conoscevano quindi le circostanze particolari nelle quali si iscrivevano le misure, ovvero le gravi difficoltà economiche dei datori di lavoro.

Oltre a questo, erano perfettamente a conoscenza del fatto che un salario versato in franchi e convertiti al tasso di cambio effettivo avrebbe garantito un salario in euro più elevato di quello percepito. In queste circostanze – conclude il tribunale nella sua sentenza – non si può richiedere un risarcimento a posteriori.

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