Svizzera

Alle urne di persona, per posta e anche con un click

Il Consiglio federale ha posto in consultazione la riforma della legge sui diritti politici (Ldp) che introduce la possibilità di votare elettronicamente

(Keystone)
19 dicembre 2018
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I cantoni potranno introdurre il voto elettronico se saranno soddisfatti i requisiti di sicurezza prescritti dal diritto federale. Conclusa la fase sperimentale, il Consiglio federale ha posto in consultazione oggi fino a fine aprile una revisione della legge federale sui diritti politici (LDP) per offrire ai cittadini anche questa possibilità, oltre al voto di persona e per corrispondenza.

Il progetto mira a creare un'ampia base legale e introduce nella la legge i principi più importanti per una procedura di voto elettronico affidabile, precisa un comunicato. Gli elettori devono poter esprimere il proprio voto mediante un sistema completamente verificabile e certificato in base a requisiti di diritto federale.

Le disposizioni di legge quindi prevedono che dal momento del voto fino alla determinazione dei risultati possano essere individuati, grazie a mezzi indipendenti, i malfunzionamenti sistematici dovuti a errori di software, errori umani o tentativi di manipolazione. Le prove crittografiche garantiscono inoltre che tutti i suffragi siano verificabili senza violare il segreto di voto.

Per creare fiducia, è necessario che le procedure siano trasparenti e accessibili al pubblico. I cantoni dovranno costantemente valutare i rischi connessi all'e-voting e per gli scrutini federali continuerà ad essere necessaria l'autorizzazione del governo, anche se con una procedura semplificata.

L'e-voting solo a chi si è iscritto e determinate condizioni
In base alla nuova normativa, i cantoni potranno inviare solo una documentazione elettronica agli elettori che si sono iscritti per utilizzare l'e-voting a certe condizioni. Inoltre deve essere garantita a tutti la possibilità di votare recandosi alle urne. Il progetto di revisione contiene anche alcune modifiche in relazione al voto anticipato e all'impiego di ausili tecnici nell'accertamento del risultato.

L'introduzione del voto elettronico non è obbligatoria: saranno i Cantoni a decidere se offrire questa possibilità e gli elettori rimarranno liberi di scegliere il metodo di voto che preferiscono.

La fase sperimentale, durata quindici anni, ha permesso a numerosi elettori di votare per via elettronica nel corso di oltre 300 test. Attualmente il voto elettronico viene sperimentato in dieci cantoni. In cinque di essi (FR, BS, SG, NE, GE) possono partecipare alle prove gli aventi diritto di voto residenti sia all'estero sia in Svizzera, mentre negli altri cinque cantoni (BE, LU, AG, TG, VD) possono votare elettronicamente soltanto i residenti all'estero.

Durante la fase sperimentale il numero di partecipati al test è limitato e il numero massimo di persone che può votare elettronicamente durante uno scrutinio federale dipende dallo stato di sviluppo del sistema impiegato. I cantoni utilizzano al momento due sistemi: quello del Cantone di Ginevra e quello della Posta Svizzera. In novembre Ginevra ha deciso che non svilupperà il suo sistema e dal 2020 non gestirà più un sistema proprio. La Posta Svizzera invece sta sviluppando un sistema con verificabilità completa. 

Il parlamento giurassiano ci ripensa, "no" a voto elettronico
Il canton Giura non introdurrà il voto elettronico. Dopo averlo accettato in prima lettura, il parlamento ha fatto oggi marcia indietro, rifiutando per 32 voti contro 27 di inserire questo nuovo strumento nella legge sui diritti politici.

La sinistra e l'Udc hanno fatto fronte comune per opporsi all'adesione progressiva all'e-voting a livello cantonale, stimando che il sistema presenta delle falle per quanto riguarda la sicurezza. Alcuni deputati hanno inoltre posto l'accento sui costi, voce importante date le difficoltà finanziarie del Giura.

"L'anonimato dei votanti non è protetto", ha reclamato la parlamentare dei Verdi Erica Hennequin. I contrari hanno anche messo in dubbio il presunto aumento della partecipazione che si registrerebbe durante gli scrutini.

Secondo gli oppositori dunque, il sistema elettronico non è ancora affidabile e non vi è fretta di introdurlo. Ginevra, per questioni economiche, ha abbandonato la sua piattaforma di e-voting, hanno poi ricordato gli scettici.

La maggioranza del legislativo non ha dunque seguito l'opinione del proprio governo. Difendendo il progetto, David Eray, presidente dell'esecutivo, aveva affermato che "la soluzione proposta rafforza la sicurezza del voto". Stando al ministro, questa novità avrebbe permesso di eliminare gli errori nel corso dello spoglio e ridurre i rischi di frode.
 
 

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