Svizzera

L'assistenza che s'eternizza

In netto aumento la quota di ultracinquantenni beneficiari (e sempre più a lungo) di aiuto sociale. Caritas: molto preoccupante.

(Ti-Press)
19 dicembre 2018
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La povertà non regredisce nella benestante Svizzera. Non cessa infatti di aumentare il numero di persone che beneficiano di aiuto sociale. Nel 2017 erano 278’345 (il 3,3% della popolazione residente, come nel 2016), in crescita dell’1,9% su base annua, ovvero di 5mila persone. Spicca – nonostante siano in genere meglio formati dei più giovani – la progressione superiore alla media registrata tra gli ultracinquantenni, rileva l’Ufficio federale di statistica (Ust) in una nota diramata ieri. Per Caritas questi dati sono “molto preoccupanti”.

Il rischio di ricorrere a questo tipo di sostegno che garantisce il minimo vitale continua a essere maggiore per bambini, divorziati e stranieri. Dal 2011 al 2017 la quota di minorenni a beneficio di aiuto sociale è cresciuta dal 4,9% al 5,3%, mentre fra gli stranieri questa percentuale è aumentata di 0,3 punti percentuali portandosi al 6,3%. Fra le persone divorziate lo scorso anno la quota era del 5,6%. In queste tre categorie, la percentuale di beneficiari era di gran lunga superiore alla media svizzera (3,3%).

Da 41 a 54 mesi

Non è ancora il caso delle persone di età compresa fra i 50 e i 64 anni. Ma poco ci manca. La quota di ultracinquantenni è drasticamente cresciuta (dal 2,5 al 3,2%) tra il 2011 e il 2017: l’incremento è stato del 28%. Nelle fasce tra i 18 e i 35 anni (8%) e tra i 36 e i 49 anni (12%) l’evoluzione non è stata così netta. Nello stesso lasso di tempo, la quota di aiuto sociale dell’intera popolazione ha registrato un aumento del 10%, rileva l’Ust.

Il balzo avanti è dovuto soprattutto ai beneficiari che ricorrono all’assistenza da tempo, precisa l’Ust. Ciò si può constatare osservando la durata media di percezione delle prestazioni: nel 2011, tra i 50-64enni era pari a circa 41 mesi, per poi aumentare a circa 54 mesi nel 2017 (32%). Nelle fasce di età più giovani, l’andamento è stato assai meno marcato.

I dati confermano un fenomeno conosciuto: la crescente difficoltà degli ultracinquantenni rimasti senza impiego a ritrovarne uno in tempi brevi. E questo nonostante il fatto che, nel complesso, gli ‘over 50’ sono meglio formati dei loro ‘concorrenti’ sul mercato del lavoro: il 57% dei beneficiari dell’aiuto sociale tra i 50 e i 64 anni dispone di una formazione professionale o di un diploma universitario; la percentuale scende al 54% fra i 36-49enni e al 42% fra i 18-35enni.

La proporzione di beneficiari di aiuto sociale resta costante e il numero di casi aumenta, deplora Caritas in una nota. L’organizzazione denuncia il fatto che la Svizzera non riesce a ridurre nemmeno un po’ la povertà nonostante l’economia goda di buona salute. Eppure la Confederazione ha firmato l’Agenda 2030 dell’Onu con cui si impegna a diminuirla della metà, rileva ancora l’organizzazione. Il quadro “è ancor più inquietante” se si pensa che Berna ha deciso quest’anno di non proseguire il programma nazionale in materia, preferendo “abbandonare de facto la responsabilità della politica di lotta contro la povertà ai Cantoni e ai Comuni”. La digitalizzazione delle condizioni di lavoro non fa altro che aumentare la precarietà, prosegue l’ong.

Marcate le differenze tra i Cantoni. Sono ancora una volta quelli più urbani a registrare i tassi più elevati di beneficiari di aiuto sociale. Ai primi posti troviamo Neuchâtel (7,5%), Basilea Città (6,3%), Ginevra (5,9%), Vaud (4,7%), Berna (4,2%) e Soletta (3,7%). In Ticino la quota nel 2017 era sotto la media nazionale (2,9%).

L’aiuto sociale nel settore dell’asilo ha seguito le fluttuazioni degli arrivi. A causa del calo marcato di domande lo scorso anno, il numero di beneficiari è sceso di 5mila unità, a 50’714. La quota di persone che fanno capo a questo sostegno è però passata dall’88,4% del 2016 al 90,4% del 2017. Il numero di rifugiati riconosciuti beneficiari di queste prestazioni è invece continuato ad aumentare: nel 2017 erano 27’945, 2’401 in più rispetto all'anno precedente; la quota di aiuto sociale si situava all’86,3% (2016: 85,8%).

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