Svizzera

Sei illustri donne lasciano la Chiesa cattolica per protesta

Ex consigliere nazionali e teologhe femministe non sosterranno più il Vaticano, dopo che papa Francesco ha paragonato l'aborto all'assunzione di un sicario

L'ex cosnigliera nazionale Cécile Bühlmann (Keystone)
19 novembre 2018
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Sette illustri donne svizzere hanno lasciato la Chiesa cattolica per protestare contro il paragone fatto da papa Francesco tra l'interruzione di gravidanza e il ricorso ad un "sicario". L'Unione svizzera delle donne cattoliche (Skf) si rammarica della decisione, ma mostra comprensione.

Le due ex consigliere nazionali Cécile Bühlmann e Ruth-Gaby Vermot, la co-fondatrice di "Erklärung von Bern" ("Dichiarazione di Berna") Anne-Marie Holenstein, la politica attiva in ambito sociale Monika Stocker e le teologhe femministe Doris Strahm e Regula Strobel hanno annunciato "che non sosterranno più il sistema di potere patriarcale della Chiesa cattolica romana", indica Skf in un comunicato odierno. Queste sei donne lottano da decenni per dei cambiamenti, scrive l'unione. In quanto organizzazione di donne cattoliche Skf comprende la loro frustrazione e rassegnazione.

"Come queste sei donne, anche noi siamo rimaste scioccate dal paragone fatto dal Vaticano tra aborto e l'omicidio su commissione e abbiamo deciso di firmare una petizione indirizzata a papa Francesco", si legge nella nota.

Anche Skf respinge l'attuale distribuzione del potere nell'istituzione Chiesa cattolica e chiede profondi cambiamenti, che spianino la strada alla tanto attesa parità di partecipazione delle donne. La Skf esorta donne e uomini "a continuare a cogliere ostinatamente ogni opportunità per cambiare la Chiesa dall'interno".

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