Svizzera

'No' dal Gran consiglio argoviese all'indennità disoccupazione frontalieri

Nella proposta dell'Udc, sostenuta da Plr e Ppd, una stima sui costi supplementari (centinaia di milioni di franchi) in caso di introduzione della nuova normativa Ue

(Ti-Press)
13 novembre 2018
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Berna non deve accordare ai frontalieri indennità di disoccupazione secondo i parametri svizzeri: il Gran Consiglio argoviese ha deciso oggi, con 77 voti contro 50, di sottoporre alle Camere federali un'iniziativa cantonale in tal senso.

La proposta, presentata dall'UDC, ha ottenuto il sostegno dei deputati del PLR e del PPD, mentre i voti contrari sono arrivati dal PS, dai Verdi, dai Verdi-liberali e dal gruppo che riunisce evangelici e borghesi democratici. A sostegno della sua richiesta, l'UDC ha citato una stima della Segreteria di Stato dell'economia (Seco) che ha calcolato costi supplementari dell'ordine di centinaia di milioni di franchi per la cassa svizzera di disoccupazione in caso di introduzione della nuova normativa UE. La richiesta approvata dal Gran Consiglio dovrà ora essere esaminata dal governo cantonale, il quale dovrà formulare una proposta concreta che sarà a sua volta sottoposta in seconda lettura al parlamento cantonale.

La proposta iniziativa cantonale esorta il Consiglio federale a non accettare il cambio di paradigma deciso lo scorso mese di giugno dai ministri degli affari sociali dell'UE. La nuova norma, che deve ancora passare all'esame del Parlamento europeo, prevede chi il versamento delle prestazioni ai disoccupati frontalieri sia garantito in futuro dall'ultimo Stato in cui i lavoratori frontalieri hanno versato i contributi sociali e non più da quello di residenza. La procedura in sede UE potrebbe tuttavia richiedere vari anni e la versione dell'accordo subire ancora sostanziali modifiche.

Lo scorso mese di settembre, rispondendo a un'interpellanza di un deputato PPD, il Consiglio federale aveva sottolineato che finché Bruxelles non adotterà una regolamentazione precisa non è possibile pronunciarsi con precisione sulle conseguenze per la Svizzera. Il governo federale ha inoltre fatto sapere che nell'ambito dei negoziati in corso per un accordo istituzionale, si adopererà "per escludere il settore delle assicurazioni sociali da uno sviluppo del diritto e da un'interpretazione da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea".

In Svizzera lavorano circa 320'000 frontalieri, di cui 12'000 nel canton Argovia.

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