Svizzera

Quando fare il contadino è a rischio suicidio

Uno studio dell'Università di Berna rivela un fenomeno sociale inquietante: fra contadini e agricoltori il rischio di togliersi la vita è del 37% superiore alla media

11 novembre 2018
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In questa epoca di estremi, di rivoluzioni tecnologiche e di sogni di un ritorno alle origini, la terra per molti rappresenta una sicurezza: un contatto diretto con le nostre origini, un'occasione per sfuggire alle insidie della modernità. Per queste ragioni può tornare ad esercitare un certo fascino la professione di contadino o agricoltore. Eppure, la realtà può rivelarsi diversa dall'apparenza, come rivela uno studio dell'Università di Berna i cui risultati sono stati diffusi dalla "SonntagZeitung" in edicola oggi.

Oltre ad essere duro, infatti, il mestiere di contadino è anche insidioso per la salute mentale: dal 1991 al 2014, 447 agricoltori si sono tolti la vita, su un campione di 90 mila. In altre parole, le probabilità che un agricoltore di sesso maschile commetta suicidio sono del 37% superiori alla media.

Nella loro ricerca, gli specialisti hanno esaminato il destino di 1,8 milioni di uomini tra i 34 e i 74 anni residenti in zone di campagna. Da ciò sono risultati 33 suicidi ogni 100 mila anni di vita considerati. Tenendo conto solo dei contadini, il numero di suicidi è pari a 38. In cifre assolute: dei quasi 90 mila contadini presi in esame tra il 1991 e il 2014, 447 si sono suicidati.

Diminuiscono i suicidi, ma non fra gli agricoltori

A rendere particolarmente allarmante la situazione è il fatto che, secondo la ricerca, dal 2003 il numero di suicidi tra gli uomini in Svizzera tende a scendere, ma non tra gli agricoltori. Il rischio di uccidersi per quest'ultimi è del 37% più elevato.

Quali i motivi che spingono gli agricoltori a farla finita? La ricerca, stando a quanto riportato dal domenicale, fornisce alcune risposte. La paura del futuro senz'altro, problemi di soldi, stanchezza estrema, ma anche le crisi coniugali possono avere un impatto devastante sulla vita dei capifamiglia.

Di certo, ogni suicidio non lascia indifferente chi ha a che fare col mondo agricolo. Markus Ritter, presidente dell'Unione svizzera dei contadini (USC) e consigliere nazionale PPD per San Gallo, conosce da vicino la situazione dal momento che diversi suoi conoscenti sono scomparsi in questo modo. Spesso, di fronte a simili casi, racconta si sentirsi impotente.

Il fatto tuttavia che la situazione venga presa sul serio lo dimostra l'esistenza di una linea telefonica ad hoc per contadini in crisi (www. baeuerliches-sorgentelefon.ch) diretta da Lukas Schwyn. Questi ha dichiarato al settimanale che le telefonate di agricoltori esausti e disperati stanno aumentando. È importante che vi sia qualcuno pronto ad ascoltare queste persone e a consigliarle, magari rivolgendosi a un terapeuta, ha raccontato al foglio zurighese.

Il problema dei suicidi tra gli agricoltori è giunto alla ribalta nel 2016, quando nel giro di pochi mesi 8 contadini vodesi si sono tolti la vita, seguiti poco dopo da tre agricoltori turgoviesi. Da qui la decisione di studiare il fenomeno più da vicino grazie al sostegno del Fondo nazionale.

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