Svizzera

Resistenti agli antibiotici, morti 276 pazienti in Svizzera

Presentata a Berna la nuova campagna di informazione del Centro svizzero per la resistenza agli antibiotici per favorire un uso più attento di questi farmaci

Salvano la vita ma non sempre sono necessari (foto Ti-Press)
9 novembre 2018
|

Gli antibiotici salvano la vita, ma non sempre sono necessari. Se vengono assunti troppo spesso o in modo errato perdono infatti la loro efficacia. Per sensibilizzare la popolazione sull'argomento la Confederazione ha lanciato una vasta campagna d'informazione. 

Nel 2015 in Svizzera sono morte 276 persone a causa della resistenza agli antibiotici, ha affermato oggi a Berna nella conferenza stampa di presentazione della campagna Andreas Kronenberg del Centro svizzero per la resistenza agli antibiotici (Anresis). Questi ha precisato che tale dato è stato estrapolato dalla statistica europea che a inizio settimana aveva parlato di 33'000 decessi in 30 Paesi del vecchio continente.

Questi medicamenti, ha stato ricordato il direttore dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria Hans Wyss, permettono di curare malattie pericolose come polmoniti o setticemie, che in precedenza avevano spesso un decorso letale, ma se non vengono utilizzati nel modo giusto perdono la loro efficacia perché i batteri divengono resistenti. Aumenta così il rischio che determinate infezioni non possano più essere curate o solo con difficoltà.

Per conservare l'efficacia degli antibiotici per l'essere umano e gli animali e ridurre le resistenze nel 2015 la Confederazione in collaborazione con medici, farmacisti, veterinari e agricoltori ha avviato la Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR). Questa ha già fatto segnare i primi successi.

Progressi incoraggianti ma ancora insufficienti 

Il rapporto biennale Swiss Antibiotic Resistance Report 2018 indica infatti che, rispetto al periodo considerato nell'edizione precedente, il consumo di antibiotici da parte della popolazione è diminuito del 5% nel settore ambulatoriale e del 10% in quello stazionario.

Secondo uno studio condotto tra i medici di famiglia, nel 2017 sono stati prescritti antibiotici in 29 casi ogni 1000 pazienti visitati, un dato decisamente inferiore a quello degli anni dal 2006 al 2013, con 34-40 prescrizioni ogni 1000 visite, ha affermato il direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Pascal Strupler. I progressi sono insomma incoraggianti, ma ancora insufficienti, ha aggiunti.

Da qui la necessità di sensibilizzare i cittadini su larga scala. I vari uffici federali coinvolti - della sanità pubblica (UFSP), della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), dell'agricoltura (UFAG) e dell'ambiente (UFAM) - hanno quindi elaborato una campagna d'informazione con spot televisivi, affissioni, pubblicità sul web e un sito internet apposito (quando-serve-quanto-serve.ch).

Lo scopo dell'azione è informare sull'uso responsabile di questi medicamenti e sulle conseguenze che i batteri divenuti resistenti possono avere per l'essere umano, gli animali, l'agricoltura e l'ambiente. Lo slogan scelto è "Antibiotici: quando serve, quanto serve".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE