Svizzera

Condanna per 'sexting' a Uster

Il 30enne in trattamento ambulatoriale per coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli

1 novembre 2018
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Un 30enne del canton Zurigo è stato condannato oggi dal Tribunale distrettuale di Uster (Zh) per coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli a 42 mesi di prigione, sospesi a favore di un trattamento ambulatoriale. L’uomo aveva messo in rete immagini pornografiche ottenute da una ragazzina finlandese di 15 anni. Nel giugno di un anno fa l’adolescente si è tolta la vita.

"L’imputato ha fatto della ragazza un giocattolo della sua fantasia sessuale per motivi puramente egoistici", ha affermato il giudice durante la lettura della sentenza. Le sue azioni sono ingiustificabili. "Ha rubato alla ragazza gli ultimi sogni della sua vita", ha aggiunto. La sentenza annunciata oggi in serata è più pesante della richiesta di pena. Il procuratore aveva infatti auspicato per l’imputato una condanna a due anni di detenzione da scontare e la sua sospensione in favore di una terapia, che peraltro è già iniziata.

Durante il processo, il procuratore ha sottolineato che un rapporto diretto fra gli atti che vengono rimproverati all’imputato e il suicidio della ragazza non può essere provato. Quello che è stato giudicato, per l’accusa è dunque "solo" un "ulteriore caso di "sexting" che ha come vittima una ragazza di meno di 16 anni".

L’avvocato della difesa si è battuto per una riduzione della pena a 12 mesi di reclusione con la condizionale, senza una terapia, ed ha negato che ci sia stata coazione sessuale. A sostegno della sua tesi, il difensore ha citato trascrizioni delle chat in cui la ragazza sosteneva di avere già compiuto i 16 anni e rispondeva affermativamente alle richieste dell’imputato che voleva mostrarsi mentre si masturbava. Lo svizzero ha conosciuto nel settembre 2016 la ragazza – allora 14enne – su una videochat. I due sono rimasti per mesi in contatto attraverso vari canali, arrivando a comunicare quotidianamente per 30 o 60 minuti. L’imputato ha trasmesso alla ragazza diverse fotografie in cui appariva nudo e ha insistito affinché l’adolescente facesse altrettanto. Per esercitare ancora più pressione ed ottenere foto sempre più spinte, l’uomo ha anche pubblicato le immagini ottenute dalla ragazzina su un portale pornografico.

Stando all’atto d’accusa, l’adolescente ha più volte chiesto all’uomo di mettere fine alle sue richieste ed ha anche minacciato di togliersi la vita. Nell’ultimo selfie trasmesso allo zurighese, pochi giorni prima di togliersi la vita per davvero, la ragazza si era fotografata con un coltello puntato alla gola. Nell’atto d’accusa viene anche precisato che la ragazzina già soffriva di disturbi psichici, con una preesistente sindrome di Asperger e disturbi alimentari. La relazione online con l’imputato ha tuttavia contribuito a peggiorare la sua situazione, fino al gesto estremo.

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