Svizzera

Aggressione in moschea a Winterthur, otto condanne

Due frequentatori della moschea An'Nur vennero picchiati e minacciati perché sospettati d'aver trasmesso informazioni a un giornalista su un controverso sermone

23 ottobre 2018
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Otto affiliati dell'ex moschea An'Nur di Winterthur (ZH) sono stati giudicati colpevoli dell'aggressione a due altri frequentatori che consideravano "spie".

Il Tribunale distrettuale di Winterthur ha fissato pene detentive fra i 6 e i 18 mesi con la condizionale e in alcuni casi pene pecuniarie, pure sospese, per le accuse di sequestro di persona, coazione e minacce.

Le condanne sono inferiori alle richieste della pubblica accusa, che al dibattimento tenuto agli inizi di ottobre aveva chiesto pene fino a tre anni di prigione in parte sospese.

I fatti giudicati risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della controversa moschea - chiusa definitivamente nel giugno di un anno fa - vennero picchiati e minacciati.

Sul banco degli imputati sono comparsi otto giovani fra i 17 e i 24 anni d'età, un 54enne libico che fungeva da imam principale e il 47enne presidente dell'associazione che gestiva la moschea.

Gli aggressori erano convinti che i due "traditori" avessero trasmesso informazioni al giornalista Kurt Pelda su un controverso sermone tenuto un mese prima da un 25enne imam etiope. Per quel sermone il predicatore etiope è stato condannato nel novembre di un anno fa a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera.

La moschea An'Nur era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell'Isis.

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