Svizzera

Forfait integrazione: verifiche positive, ma si può fare di più

I fondi stanziati dalla Confederazione sono usati in modo trasparente ed efficiente. Ci sono, tuttavia, margini di miglioramento

Ti-Press
3 ottobre 2018
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I fondi destinati a incentivare l'integrazione di stranieri ammessi a titolo provvisorio e rifugiati sono in generale usati in modo trasparente ed efficiente. Lo sostiene il Controllo federale delle finanze (Cdf) che ha verificato l'impiego di queste somme forfettarie stanziate dalla Confederazione. Ciò nonostante, vi sono ancora margini di miglioramento. Ogni anno vengono investiti più di 80 milioni di franchi a favore dell'integrazione di persone con procedura d'asilo conclusa, ricorda il Cdf in una nota. Esso ha compiuto accertamenti sotto diversi aspetti in merito all'utilizzo di questo tesoretto, che hanno dato esito positivo. La verifica è avvenuta soprattutto ad Argovia e Friburgo, ritenute realtà rappresentative della diversità delle organizzazioni e degli approcci. In entrambi i cantoni è stata selezionata una trentina di singoli casi da sottoporre a esame. In quasi tutte le situazioni, scrive il Cdf, i due cantoni garantiscono la corrispondenza tra bisogni specifici delle persone con procedura d'asilo conclusa e le misure d'integrazione. L'inserimento avviene innanzitutto attraverso la formazione scolastica, nonché mediante le istituzioni di sicurezza sociale.

Nell'ambito dell'asilo e dell'integrazione, le organizzazioni cantonali sono molto diverse, rileva il Cdf. L'economicità e l'efficacia degli strumenti dipendono in particolare da una visione condivisa degli enti pubblici e dei membri della società civile. Come esempi di sinergie riuscite vengono citati la custodia di bambini piccoli da parte di altri rifugiati (programma McPhee nel canton Friburgo) e il sostegno da parte di pensionati a giovani che hanno trovato un posto di apprendistato nel campo dell'edilizia (nel comune argoviese di Baden). Per quel che concerne i bandi di concorso, Argovia si distingue per un'attuazione sistematica e regolare delle procedure libere. Friburgo ha fatto ricorso a tali iter soltanto parzialmente, ma ha comunque garantito un controllo delle uscite a favore dell'integrazione nel quadro del preventivo annuale.

Tuttavia, il Cdf ha individuato tre ambiti con grande potenziale di miglioramento. Si tratta dell'accesso a misure d'integrazione professionale adeguate nel contesto o al di fuori delle prestazioni dell'assicurazione contro l'invalidità (Ai) per i migranti a cui serve assistenza psichiatrica, dell'organizzazione di corsi intensivi di lingua che integrano la custodia dei bambini e dell'apprendimento continuo di un idioma per i migranti attivi nel mondo del lavoro. Il Cdf ha inoltre presentato alcune raccomandazioni alla Segreteria di Stato della migrazione (Sem), riassunte in due pacchetti. Nel primo sono stati inquadrati provvedimenti che vertono sulle condizioni quadro. È stata constatata la mancanza di una chiara distinzione tra la somma forfettaria e altri fonti di finanziamento: la Sem deve fornire precisazioni al riguardo e comunicarle i cantoni. Il secondo si concentra invece sul dispositivo di vigilanza federale. Le informazioni sui dossier individuali sono ancora frammentarie per esempio ad Argovia, dove la loro gestione compete in parte ai comuni. Per migliorare la qualità delle verifiche - indica il Controllo federale delle finanze - la Sem dovrebbe sviluppare indicatori sull'evoluzione del tasso di attività lucrativa per cantone o del reddito medio secondo il settore di attività, ma anche un monitoraggio per valutare il raggiungimento degli obiettivi.

Da ricordare che a partire dal 2019 è previsto un aumento dei forfait a carico di Berna, che passeranno da 6000 a 18'000 franchi per ogni decisione di ammissione provvisoria o d'asilo. I mezzi federali potrebbero così crescere di 132 milioni, per un totale di 210 milioni annui.

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