Svizzera

'Donne in governo, la nostra parte l'abbiamo fatta'

Il consigliere agli Stati popolare-democratico Filippo Lombardi analizza il momento dopo le dimissioni di Doris Leuthard

Ti-Press
27 settembre 2018
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Palazzo federale, Sala dei passi perduti: il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman ha appena letto la lettera di dimissioni di Doris Leuthard. Filippo Lombardi è attorniato dai giornalisti. Il ‘senatore’ ticinese, nella veste di capogruppo del Ppd alle Camere, sarà chiamato a coordinare la fase parlamentare della successione della ministra argoviese. ‘laRegione’ lo ha avvicinato.

Doris Leuthard in una recente intervista ha detto che sapeva la data del suo ritiro. E lei, la conosceva?

La scelta della data delle dimissioni è una prerogativa dei consiglieri federali. Si dice che sia l’unica cosa che possono decidere da soli... Lei ha fatto bene a non comunicarla a nessuno. Altrimenti sarebbe successo come col povero Schneider-Ammann: dopo averlo detto a qualcuno in camera caritatis, ha dovuto anticipare l’annuncio che avrebbe fatto assieme a Doris Leuthard, perché quel qualcuno ha parlato e la pressione era divenuta insopportabile. Io ho saputo quel che dovevo sapere nei tempi dovuti.

Stop a fine anno: al Ppd sta bene, no?

La data della partenza di un consigliere federale non influenza molto gli elettori. Anche perché la campagna la fanno i partiti. E soprattutto le sezioni cantonali, poiché è nei cantoni che si elegge.

A dicembre si procederà a un doppio, parziale rinnovo del Consiglio federale: uno scenario che vi sta bene?

Ne abbiamo discusso con la dirigenza del Plr. E assieme abbiamo convenuto che lo scenario ideale è una doppia sostituzione durante la stessa sessione. In questo modo si possono aprire maggiormente i giochi, dando all’Assemblea federale la possibilità di scegliere fra diversi candidati e diverse candidate provenienti da diverse regioni.

Con la partenza simultanea di Leuthard e di Schneider-Ammann, il Ppd si sente sgravato dalla pressione politico-mediatica affinché in dicembre venga eletta almeno una donna in governo?

Non sento nessuna pressione. Il Ppd negli ultimi vent’anni ha dato molto per quanto riguarda la presenza delle donne in Consiglio federale, più di qualunque altro partito. La nostra parte l’abbiamo fatta. Evidentemente una donna potrà essere candidata al posto di Doris Leuthard! Ma ora spetta al Plr – primo partito a portare una donna in Consiglio federale, ma dal 1989 non più rappresentato da una donna in governo, pur avendo due seggi – prestare particolare attenzione alla questione femminile.

Se al posto di Schneider-Ammann venisse eletta Karin Keller-Sutter, le donne in Consiglio federale sarebbero soltanto due. Lei non auspicherebbe una maggior presenza femminile?

Non è più un tema. Lo era trent’anni fa, quando si trattava di rompere un tabù. Per un breve periodo siamo addirittura arrivati ad avere una maggioranza di donne in governo. Poi la presenza femminile è diminuita. Ma non mi pare giusto oggi parlare di quote.

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