Svizzera

Le proposte sui medicamenti non piacciono ai farmacisti

Secondo la categoria, l'introduzione di un prezzo di riferimento minerebbe l'offerta delle cure di base

Con l'introduzione di un prezzo di riferimento, a rischio le cure mediche di base, secondo i farmacisti (foto: Keystone)
19 settembre 2018
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L'idea del Consiglio federale di introdurre un prezzo di riferimento per i medicamenti e di ridurre la quota parte per chi li dispensa non piace ai farmacisti. Secondo diverse associazioni del settore riunite oggi a Berna, queste misure minacciano infatti l'offerta delle cure di base.

Davanti ai media, l'alleanza composta da varie organizzazioni di farmacisti, tra cui pharmaSuisse e pharmalog.ch, e da Intergenerika – che rappresenta i fabbricanti di generici – ha affermato di opporsi a tagli effettuati a discapito della sicurezza dei pazienti. Con un pacchetto di provvedimenti inviato in consultazione lo scorso 14 settembre, fino al 14 dicembre, il governo spera di frenare l'aumento sul lungo periodo dei costi della salute di centinaia di milioni di franchi.

Una delle proposte illustrate di recente dal consigliere federale Alain Berset è quella di introdurre un sistema di prezzi di riferimento per i medicinali con brevetto scaduto. Per i medicamenti aventi il medesimo principio attivo verrà quindi fissato un prezzo massimo, cioè di riferimento. Ciò dovrebbe permettere alle casse malattia di pagare unicamente questo importo e non di più.

Attualmente, il costo dei generici è fino a due volte superiore in Svizzera rispetto agli altri Paesi europei, aveva ricordato Berset. Questi, pur non potendo fornire cifre sulle potenziali economie, aveva sottolineato il forte potenziale di risparmio in questo campo, come accaduto con i farmaci originali. Tra le altre misure evocate dal ministro della Sanità figura anche la diminuzione della quota parte per remunerare le farmacie e gli ospedali che distribuiscono medicamenti.

Stando all'alleanza, l'esecutivo si accanisce ancora una volta sulle farmacie e sui medici di famiglia, già negli scorsi anni colpiti da numerose misure che hanno tagliato le spese per diverse centinaia di milioni di franchi. Con il pacchetto messo in consultazione, il governo prevede di ottenere ulteriori 50 milioni dagli stessi attori, una pretesa "arbitraria" che non tiene conto delle realtà economiche e della minaccia per la sopravvivenza delle farmacie, sono insorte le associazioni del ramo.

Inoltre, le idee di Berna compromettono sia la quantità sia la qualità dell'approvvigionamento di medicamenti per la popolazione. L'alleanza, che auspica la messa in atto di un modello di fissazione dei prezzi efficace, si lancia a sua volta in alcuni suggerimenti alternativi. Ad esempio, incentivi che favoriscano i consigli ai pazienti da parte delle farmacie permetterebbero di migliorare il successo terapeutico e di risparmiare almeno 100 milioni all'anno. La stessa cifra potrebbe essere racimolata anche con la fornitura di una quantità di farmaci adattata ai bisogni dei malati.

Per l'alleanza, un incremento coerente della diffusione dei generici aumenterebbe concorrenza e selezione, permettendo economie annuali nell'ordine dei 150 milioni. Paradossalmente invece, il sistema pensato dal Consiglio federale andrebbe a indebolire le alternative a buon mercato.

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