Svizzera

Obiettivi svizzeri per le spie russe

I due fermati in Olanda volevano spiare l'Agenzia mondiale antidoping di Losanna e il Laboratorio di Spiez. Lo conferma il Ministero pubblico federale

immagine tematica l'Agenzia mondiale antidoping (immagine tematica)
16 settembre 2018
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Nel mirino delle due spie russe arrestate in primavera in Olanda vi era anche la sede di Losanna dell'Agenzia mondiale antidoping (AMA), oltre al Laboratorio di Spiez (BE) che aveva analizzato l'agente nervino utilizzato sull'ex agente russo Serghiei Skripal e sulla figlia. Intanto da una recente valutazione confidenziale sulla sicurezza della Confederazione emerge che un diplomatico russo su quattro in Svizzera è un agente segreto.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), confermando notizie di stampa, ha indicato che le due spie fermate dagli inquirenti olandesi mentre si dirigevano in Svizzera per spiare il laboratorio dell'Ufficio federale della protezione della popolazione specializzato nelle minacce chimiche risultano coinvolte in un altro caso analogo. Nei loro confronti è infatti già stato avviato nel marzo 2017 un procedimento penale per il sospetto di aver lanciato un cyberattacco ai danni della sede europea dell'AMA. Quest'ultima ha avuto un ruolo chiave sull'inchiesta di doping che ha coinvolto la Russia.

La procura federale aveva già negli scorsi giorni parlato di questo procedimento penale, senza precisare chi fosse il bersaglio delle spie, e aveva indicato che i due erano stati identificati grazie alla collaborazione con il Servizio delle attività informative delle Confederazione (SIC). Proprio quest'ultimo avrebbe fornito, stando a notizie pubblicate oggi dai settimanali Le Matin Dimanche e SonntagsZeitung, un rapporto confidenziale al Consiglio federale nel quale si sottolinea che un diplomatico russo su quattro in Svizzera sarebbe un agente segreto.

Il SIC, riportano i domenicali, ha passato al vaglio il personale diplomatico russo in Svizzera: 83 persone, stando alla lista ufficiale consegnata al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), suddivise tra l'ambasciata di Berna e i consolati di Zurigo, Losanna e Ginevra. Ad esse si aggiunge il personale non accreditato presso i servizi del DFAE.

La maggior parte degli 83 accreditati gravita attorno alla sede di Berna: solo tre di essi svolgono compiti dichiaratamente legati ai servizi d'informazione. Si tratta dell'addetto militare e dei suoi due vice. Secondo il SIC tuttavia, le attività di raccolta d'informazioni si svolge tradizionalmente - per tutti i paesi, non solo per la Russia - a Ginevra, a causa del carattere fortemente internazionale della città sul Lemano.

Proprio a Ginevra, sempre stando a quanto riportato dai domenicali, si erano recati spesso anche i due uomini fermati in primavera in Olanda, forse per organizzare le attività di spionaggio in Svizzera ai danni dell'AMA e, in seguito, del laboratorio di Spiez.

L'arresto dei due è avvenuto grazie alla collaborazione attiva tra il SIC, le autorità olandesi e quelle britanniche, aveva indicato giovedì la responsabile della comunicazione del SIC Isabelle Graber. Intenzione dei due agenti russi era spiare il laboratorio bernese, che non solo indaga su presunti attacchi con gas tossico in Siria ma si occupa anche dei sospetti nei confronti di Mosca nel caso di avvelenamento dell'ex doppio agente Serghiei Skripal e della figlia Yulia all'inizio di marzo a Salisbury, in Inghilterra.

Il portavoce dell'istituto bernese Andreas Bucher aveva confermato sempre giovedì "che il laboratorio è stato bersaglio di pirati informatici. Ma siamo preparati a queste eventualità. Non vi sono state fughe di dati". Secondo un giornale olandese, il NRC Handelsblad, le due spie trasportavano materiale che avrebbe permesso loro di entrare nella rete informatica del laboratorio.

Mosca ha smentito a più riprese le accuse secondo le quali spie russe sarebbero responsabili dell'avvelenamento di Skripal e della figlia Yulia. A Berna i servizi di Ignazio Cassis hanno "chiesto alla Russia di porre fine immediatamente alle sue attività di spionaggio" in territorio svizzero. Nel frattempo i controlli condotti in vista degli accrediti di diplomatici sono stati inaspriti.

Stasera il presidente della commissione della politica di sicurezza Werner Salzmann (UDC/BE) ha espresso ai microfoni del telegiornale dell'emittente svizzerotedesca SRF il suo sconcerto per l'ampiezza dell'attività di spionaggio della Russia in Svizzera. Ha manifestato l'intenzione di chiedere informazioni più precise in merito al SIC e al MPC.

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