Svizzera

Mercato del lavoro, previsioni poco rosee

Le prospettive di impiego, in Svizzera e soprattutto in Ticino, peggiorano. Secondo il barometro di Manpower sono forti le differenze regionali e settoriali

((Ti-Press))
11 settembre 2018
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Le prospettive d'impiego peggiorano leggermente in Svizzera, ma crollano in Ticino: lo segnala il barometro di Manpower, che mette in luce forti differenze regionali e settoriali. A livello elvetico il 5% delle 750 imprese interrogate nell'ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo ottobre-dicembre, l'8% punta a ridurre l'organico e l'87% non prevede cambiamenti. Lo scarto fra le due prime posizioni è di 3 punti: dopo la correzione delle variazioni stagionali la "previsione netta sull'occupazione" risulta essere del 2%, informa in un comunicato odierno la multinazionale specializzata nelle risorse umane. Il dato è di 6 punti inferiore a quello dell'ultimo rilevamento, mentre sull'arco di un anno vi è stata una flessione di 2 punti. Ma soprattutto è il più debole dal quarto trimestre del 2013. "I risultati del nostro barometro possono sorprendere, ma a quanto pare i datori di lavoro svizzeri anticipano l'evoluzione del mercato del lavoro, che dovrebbe rallentare sino a fine 2018", commenta Leif Agnéus, numero uno di Manpower in Svizzera. A livello regionale spicca il dato del Ticino, pari a -21%: dal lancio del barometro, nel 2005, gli imprenditori a sud della Alpi non erano mai stati così pessimisti. In negativo sono anche la zona del Lemano (-5%) e la Svizzera centrale (-2%), mentre maggiore propensione ad assumere è rilevata nella Svizzera Occidentale (+15%), a Zurigo (+8%) e nella Svizzera orientale (+4%). L'Espace Mitteland marcia sul posto (0%). A livello nazionale il barometro "non indica una riduzione drastica dell'impiego, ma segnala un rallentamento dei ritmi di reclutamento", spiega Agnéus. A suo avviso il mercato del lavoro ha probabilmente raggiunto il limiti di capacità con il picco estivo di assunzioni e di creazioni di posti. I rami in cui vi è più ottimismo sono quelli della costruzione (+6%) nonché della finanza e dei servizi alle imprese (pure +6%). In calo sono invece energia (-1%), commercio (-3%), industria estrattiva (-3%), industria manifatturiera (-3%), comparto alberghiero e dalla ristorazione (-3%), segmento pubblico e sociale (-5%), agricoltura (-6%), trasporti e comunicazione (-7%). Interessante, anche in un'ottica ticinese, è lo sguardo al di là della frontiera: l'Italia presenta una previsione netta sull'occupazione positiva, al +2%. Lo stesso dato è rilevato anche in Francia, mentre maggiore dinamismo viene segnalato in Austria (+5%) e in Germania (+10%).

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