Svizzera

Nella Svizzera italiana appalti poco trasparenti

In Ticino solo l’1% delle attribuzione di commesse pubbliche viene divulgato

13 agosto 2018
|

Ticino e Grigioni sono i Cantoni meno trasparenti per quanto riguarda la pubblicazione delle attribuzioni delle commesse pubbliche, ma anche altrove le lacune sono importanti. Lo rivela uno studio dell’università di Berna pubblicato ieri da ‘SonntagsZeitung’ e ‘Le Matin Dimanche’. Nel 2017, in Svizzera, 13 miliardi di franchi di appalti concessi sono stati pubblicati a fronte di bandi di concorso per 41 miliardi.

“Il pubblico ha il diritto di sapere dove finisce il denaro delle imposte”, ha dichiarato, citato dai domenicali, Matthias Stürmer, direttore dell’unità di ricerca Sostenibilità digitale all’ateneo dei Berna. L’esperto ha analizzato la piattaforma di comunicazione degli appalti pubblici simap.ch, lanciata dieci anni fa da Confederazione, Cantoni e Comuni. In teoria vi dovrebbero figurare tutti i bandi di concorso, da un nuovo ospedale alle prestazioni di esperti passando da servizi informatici, e le aziende a cui sono stati attribuiti i mandati. Stürmer ha analizzato i dati di simap dal 2008 al 2017 e verificato se per ogni offerta fosse segnalata anche la corrispondente concessione. Risultato: la metà dei Cantoni pubblica meno di un quarto delle attribuzioni. Con l’1% il Ticino è il fanalino di coda, seguito dai Grigioni (3%). Primo della graduatoria è Basilea Città con il 93% di attribuzioni pubblicate.

Ai domenicali Stürmer ha affermato che le lacune nella trasparenza favoriscono irregolarità e nepotismo. Forse non è un caso, ha aggiunto l’esperto bernese, se nei poco trasparenti Grigioni sia recentemente scoppiato uno scandalo per appalti truccati nel campo del genio civile e dell’edilizia (coinvolte oltre 40 imprese). La legge retica non prescrive la pubblicazione su simap.ch. Il presidente del governo e direttore del Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste Mario Cavigelli (Ppd/Pdc) respinge però fermamente le accuse di opacità. “I verbali dell’apertura dei bandi e le attribuzioni sono pubblicate da quasi 20 anni e tutti li possono vedere”, ha argomentato, interrogato dai domenicali.

Per Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato ticinese e direttore del Dipartimento del territorio, «quel che conta non è tanto la frequenza delle pubblicazioni o le strutture di controllo: è soprattutto importante che i funzionari abbiano la cultura delle commesse pubbliche. E che ce l’abbiano anche gli enti sussidiati dallo Stato e quelli parastatali»: insomma, tutti quei soggetti «chiamati ad applicare le norme sulle commesse pubbliche». E al riguardo ci sono ancora margini di miglioramento, sostiene Zali, interpellato dalla ‘Regione’. La cultura «di una corretta applicazione» della procedura in materia di commesse pubbliche «passa anche dalla formazione e dalla sensibilizzazione, affinché in quest’ambito vengano garantite massima trasparenza e parità di trattamento», aggiunge il capo del Dipartimento del territorio. Dipartimento da cui è uscito il progetto di nuova legge cantonale sulle commesse pubbliche, che il Gran Consiglio ha nel frattempo esaminato, ritoccato e approvato. Il nuovo testo, ricorda fra l’altro Zali, «amplia il campo d’applicazione» della normativa e «mira a favorire i concorrenti nazionali». Aggiunge: «Conto di portare in governo la proposta di regolamento a settembre e di avere l’approvazione dell’Esecutivo nel corso dell’autunno, così da mettere in vigore col 1° gennaio 2019 legge e regolamento». Le nuove disposizioni prevedono altresì che la pubblicazione delle commesse attribuite avvenga con una frequenza maggiore rispetto a oggi.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE