Svizzera

Démodé non è dépassé

Proliferano in Svizzera negozi dell’usato, borse di scambio e caffè riparazione. Chiude però a fine ottobre a Locarno l’ultimo mercatino Acsi dell’usato.

Una seconda chance agli oggetti (Ti-Press)
26 luglio 2018
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Riutilizzare, riparare, infondere nuova vita agli oggetti. Sono in costante crescita in Svizzera punti vendita ed eventi che hanno fatto tesoro di questi concetti: negozi dell’usato e vintage, borse di scambio e repair café, per non parlare dei siti internet dedicati esclusivamente agli articoli d’occasione.

A Berna sta per nascere una sorta di biblioteca degli utensili, che potranno essere noleggiati al prezzo di cinque franchi al mese: una prima nazionale, che proporrà oggetti come tende da campeggio, trapani, stoviglie per feste, zaini da montagna e altro, precisa l’associazione pro consumatori Sks in una nota. L’idea consente di non acquistare per forza quello di cui abbiamo bisogno solo per pochi giorni o poche ore.

Più in generale, la possibilità di risparmiare va di pari passo con un’accresciuta sensibilità ambientale, che spinge a non disfarsi di un apparecchio solo perché guasto. A testimonianza di ciò c’è il successo crescente dei repair café, dove appassionati ed esperti si mettono a disposizione per aggiustare un po’ di tutto, con risultati eccellenti, tanto che nel 2017, nella giornata nazionale a ciò dedicata, sono stati riparati 1’500 articoli, un record. In Ticino ne esistono sei, gestiti dall’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi). Dal canto loro, i negozi dell’usato si lanciano alla conquista di nuovi clienti. Per il secondo anno consecutivo, per esempio, l’Esercito della Salvezza ha proposto uno stand al Paléo Festival di Nyon. «Volevamo mostrare un’altra immagine di noi, non solo quella cristiana», spiega il responsabile dei punti vendita dell’associazione, Jakob Amstutz. Rispetto alla Svizzera tedesca, dove i negozi dell’usato sono frequentati da una clientela più agiata, nella Svizzera romanda sono appannaggio delle persone dal reddito basso e hanno meno successo, rileva Didier Rochet, dell’organizzazione Croix Bleue, che dispone di quattro negozi e 23 satelliti in Svizzera. In Ticino tra i più noti vi sono quelli gestiti dalla Comunità Emmaus (Rivera), dalla Caritas (in diversi luoghi) e dalla Cooperativa Area (Bellinzona, Noranco). I mercatini dell’usato Acsi, invece, stanno ormai chiudendo i battenti: anche l’ultimo dei cinque nati negli anni 70, quello di Locarno, cesserà la sua attività a fine ottobre.

Per allontanarsi dall’immagine un po' polverosa che spesso accompagna queste strutture, l’Esercito della Salvezza ha ingaggiato consulenti professionali che proporranno soluzioni di vendita più attrattive, in grado di sedurre nuovi clienti. L’organizzazione, che dispone di venti negozi in Svizzera, intende aprirne altri nei prossimi anni. La concorrenza online di siti come tutti.ch, nimms.ch o ricardo.ch non fa paura. Secondo Amstutz, a prevalere sono le relazioni personali, che piacciono ai clienti, e che richiedono meno sforzi rispetto a un acquisto online. Inoltre, spiega Hervé Dobler dell’organizzazione cristiana Hiob, piace l’unicità degli oggetti venduti, “che non si trovano da nessun’altra parte”.

Per rafforzare il contatto umano e la specificità di ogni negozio, in molti nascono eventi come presentazioni di libri, giornate a tema o corsi di vario genere per ristrutturare o rivisitare mobili e arredi. Molti negozi infine danno lavoro a persone in reinserimento professionale.

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