Svizzera

Sotto la lente i prezzi di distribuzione dei giornali

L’Ufcom ha avviato l’esame delle tariffe postali 2013-2016. Häuptli (Vsm): 'Siamo molto scettici'.

(Ti-Press)
10 luglio 2018
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Lo scandalo dei trucchi contabili ad AutoPostale spingerà la Posta a fare chiarezza anche sui prezzi di distribuzione dei media stampati? A chiederselo non è più soltanto – in un’interpellanza datata 14 giugno – il presidente del Ppd Gerhard Pfister. Adesso anche l’associazione degli editori svizzero-tedeschi Schweizer Medien (Vsm) invoca trasparenza. Lo fa mentre l’Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) ha avviato l’esame della documentazione che la Posta, su sua richiesta, gli ha appena trasmesso.

La questione oppone da anni editori ed ex regia federale. Dal 2014, quest’ultima ha aumentato in tre tappe di 6 centesimi per esemplare il prezzo di distribuzione di giornali e riviste in abbonamento. In tal modo ha potuto ridurre il deficit in questo campo d’attività da 98 a 71 milioni tra il 2013 e il 2017. Gli editori non l’hanno presa bene. E il tutto è sfociato in una vertenza giudiziaria tra Vsm e Posta. Un anno fa, il Tribunale federale ha stabilito che spetta all’Ufcom esaminare se i prezzi rispettano i dettami di legge.

L’ufficio federale conferma di aver ricevuto la documentazione riguardante il periodo 2013-2016: stiamo chiarendo la fattispecie concreta, indica il portavoce Francis Meier in una e-mail alla ‘Regione’. “L’Ufcom ha chiesto [di poter avere] una visione dettagliata dei dati aziendali della Posta”, in particolare “di quelli che spiegano la formazione dei prezzi nella distribuzione dei media stampati” negli anni in questione.

Sulla tempistica, il portavoce non si sbilancia. Schweizer Medien non si fa illusioni. Il direttore Andreas Häuptli si augura certo che l’esame in corso possa creare «trasparenza». Tanto più che, nella scia dello scandalo AutoPostale, la Posta «ha tutto l’interesse a mostrare sincerità». Ma le aspettative sono moderate: «Siamo molto scettici» circa la volontà dell’ex regia federale «di mettere tutte le carte sul tavolo», dichiara Häuptli alla ‘Regione’. Gli editori svizzero-tedeschi sperano comunque che l’Ufcom alla fine dica «quali prezzi ha applicato la Posta in questi anni e in che modo sono stati calcolati».

SchweizerMedien rinvia alla Legge sulle poste: dice che i prezzi per la distribuzione di giornali e periodici sono “indipendenti dalla distanza” e devono corrispondere, per tutta la Svizzera, “ai prezzi usuali praticati nei maggiori agglomerati”. «Finora – afferma Häuptli – la Posta non ci ha mai confermato che sono davvero queste le tariffe che applica. E ciò ci ha reso diffidenti: crediamo che abbiano qualcosa da nascondere. La fiducia è compromessa». «In quanto impresa statale – aggiunge il direttore della Vsm – la Posta assolve un mandato di servizio pubblico, anche per quel che riguarda la distribuzione dei giornali. Durante anni, però, ha ‘litigato’ con noi su questioni procedurali, rifiutandosi di fornire informazioni nel merito. Una tattica dilatoria, un comportamento non degno di un’impresa statale».

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