Finora vi sarebbero iscritte oltre 30mila persone. Autorizzati nel 2012, i documenti andrebbero verso l'abolizione a causa degli alti costi amministrativi
Le liste nere con i nomi delle persone in mora col pagamento dei premi malattia potrebbero avere vita breve. Diversi cantoni che le hanno introdotte si appresterebbero ad abolirle poiché causano costi amministrativi non indifferenti e non hanno più quell’effetto dissuasivo auspicato al momento della loro introduzione.
Autorizzate dal 2012 grazie a una modifica di legge, le liste nere sono state introdotte in nove Cantoni per lo più germanofoni (AG, SO, LU, ZG, SH, TG, SG), tra cui figurano però anche Ticino e Grigioni. Al momento, secondo dati forniti da santésuisse, organismo mantello delle casse malattia, le persone iscritte sono 33’575.
Ad attirare l’attenzione della politica nelle ultime settimane sulle liste nere è stato un fatto di cronaca riferito da diversi media. A fine 2017, un uomo sulla cinquantina è morto a causa dell’Aids all’ospedale cantonale di Coira perché la sua cassa malati si era rifiutata di rimborsare le terapie che avrebbero potuto evitare l’insorgere della malattia, prima, e rallentarne il decorso, poi.
L’uomo, sieropositivo, aveva fatto richiesta di rimborso della terapia contro il virus dell’Hiv nel 2016, quando non aveva ancora sviluppato l’Aids. La sua cassa malati, la Ökk, gliel’aveva rifiutato: non era un trattamento d’urgenza.
Proprio sulla scorta di tale accaduto, durante la sessione estiva delle camere federali il Consiglio federale, rispondendo a domande di deputati PS, si era detto contento che due Cantoni su nove – tra cui il Ticino – avessero deciso di rivedere la propria prassi in materia.
I Grigioni hanno annunciato la settimana scorsa di voler abolire la lista nera degli assicurati morosi a partire da agosto. Per i sostenitori, le liste hanno un effetto dissuasivo. Esse permettono alle casse malattia di rimborsare solo le cure d’urgenza. I cantoni devono invece prendersi a carico l’85% dei costi rimanenti.
Il governo retico ha constatato che la lista introdotta nel 2014 non ha generato l’effetto atteso: gli assicuratori non annunciano sistematicamente alle autorità i cattivi pagatori. L’effetto dissuasivo non può nemmeno essere raggiunto, dal momento che vi sono sanzioni nei confronti dei morosi. Oltre a ciò, tale situazione genera un’ineguaglianza di trattamento tra morosi, ossia tra quelli che sono annunciati e quelli che non lo sono.
Altri Cantoni potrebbero seguire l’esempio di Coira. A Soletta, il Gran consiglio dovrebbe incaricare il governo nelle prossime settimane di elaborare una legge volta ad abolire la lista nera. Anche in questo cantone non è stato ravvisato alcun effetto dissuasivo dall’adozione di questo strumento nel 2012. Qui si è constatato che molte persone iscritte non dispongono semplicemente dei mezzi finanziari per fra fronte ai propri obblighi: insomma non si tratta di cattivi pagatori. Oltre a ciò, la gestione dei circa tremila nomi della lista costa 65mila franchi l’anno. Per le autorità locali, poi, dalla lista nera traggono vantaggio soprattutto gli assicuratori, dal momento che gli oneri LaMal scoperti sono rimborsati dal Cantone in misura dell’85%.
A Sciaffusa, che ha introdotto le liste di proscrizione nel 2014, i premi non pagati sono saliti l’anno scorso del 27%. Questo cantone intende rivedere quest’anno la legge sulle casse malattia ed esaminare se valga o meno la pena mantenere la lista nera dei morosi. In Argovia, dove sono oltre 12mila i morosi, il Partito socialista ha presentato una mozione per la sua abolizione. La consigliera di Stato responsabile della sanità, l’UDC Franziska Roth, ha dichiarato – con gran rincrescimento del suo partito, fervente partigiano – che la lista non risolve alcun problema, ma ne genera di nuovi.
Vi è anche la possibilità che le liste nere vengano abolite a livello federale. Il consigliere nazionale Angelo Barrile (PS/ZH) ha inoltrato il 15 giugno scorso una mozione in tal senso.
Nel 2015, uno studio fatto eseguire dal Canton Zurigo metteva in dubbio l’utilità di questo strumento rispetto ai costi che ne derivano per le autorità. Nel documento non si evidenziava alcuna differenza significativa nel morale di pagamento tra Cantoni con la lista e Cantoni privi di lista. Sulla scorta di questi risultati, Zurigo aveva rinunciato ad introdurla.
Contattata da Keystone-ATS, santésuisse ha ricordato di essere sempre stata critica verso queste liste, che provocano costi amministrativi supplementari. Inoltre vi sono problemi di applicazione, dal momento che non esiste una definizione univoca della nozione di cure d’urgenza a livello nazionale.
Oltre al caso del malato di Aids deceduto nei Grigioni, in un altro caso balzato agli onori della cronaca, un assicuratore malattia si è rifiutato di coprire le spese di un parto per una donna iscritta sulla lista nera di San Gallo, giudicando che non si trattasse di un caso d’urgenza.
L’ospedale ha portato la vicenda davanti al Tribunale cantonale delle assicurazioni, che gli ha dato ragione. Per la corte, i casi in cui il dovere di assistenza è in gioco vanno considerati "urgenti".