Svizzera

In futuro Berna sosterrà anche l'informazione online

In consultazione fino al prossimo 15 ottobre la nuova legge sui media elettronici

(Ti-Press)
21 giugno 2018
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Le offerte online devono essere incluse nel sostegno alle prestazioni del servizio pubblico, che non dovrà quindi più essere limitato alla radiotelevisione. È questa la principale novità della nuova legge sui media elettronici (LME), che il Consiglio federale ha posto in consultazione fino al 15 ottobre. Le risorse finanziarie saranno attribuite soltanto alle prestazioni del servizio pubblico online che favoriscono i contenuti audio e video e non sono basate unicamente su testi. La norma prevede anche la creazione di un’autorità di regolamentazione indipendente al fine di garantire una maggiore indipendenza dallo Stato. "Tutti gli attori nel panorama mediatico, compresa la SSR, si trovano sotto pressione a causa della rapida svolta digitale in corso", ha sottolineato la consigliera federale Doris Leuthard ai media a Berna. "Serve una modernizzazione". I media online occupano uno spazio sempre più ampio nel paesaggio mediatico. Il progetto preliminare tiene conto di questa evoluzione creando le basi necessarie per finanziare delle offerte di servizio pubblico proposte online, incluse le offerte su richiesta ("on demand") in Internet. "Il Consiglio federale è giunto alla conclusione che anche in questo nuovo mondo digitale serva un servizio pubblico", ha aggiunto la Leuthard. "È infatti importante che tale servizio pubblico sia presente dove sono sempre più presenti anche gli ascoltatori". Il Consiglio federale è convinto che il quadro legale posto in consultazione favorisca un’offerta di servizio pubblico completa, indipendente e di qualità, necessaria al buon funzionamento del sistema democratico svizzero. Dovrebbe anche facilitare la cooperazione tra i diversi fornitori. "I cittadini, bocciando chiaramente l’iniziativa ’No Billag’, hanno d’altronde dimostrato quanto tengono al servizio pubblico", ha evidenziato la ministra. "Ovviamente, però, abbiamo tenuto conto anche delle voci critiche", ha tenuto a sottolineare. SSR e controllo Il progetto preliminare rielabora anche le regole imposte alla SSR: introduce la possibilità per il Consiglio federale di fissare nuovi limiti, come quello per gli introiti pubblicitari, o delle risorse minime da accordare a certi settori. Ciò, ad esempio, permetterà di esigere che la metà degli introiti del canone sia da utilizzare per l’informazione. "Il progetto mantiene il divieto di pubblicità per l’emittente nazionale sui canali radiofonici e impedisce la pubblicità online", ha dichiarato la Leuthard. "Impone anche il principio per cui la SSR può collaborare con altri media mettendo contenuti a disposizione a condizioni eque e non discriminatorie". A livello nazionale, la SSR dovrà continuare a offrire prestazioni complete nei settori dell’informazione, della cultura e della formazione e offerte d’intrattenimento e sportive in tutte le regioni linguistiche. La legge trasferisce alla nuova Commissione per i media elettronici compiti attualmente conferiti al Consiglio federale, al Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni o all’UFCOM. Indipendente dall’Amministrazione federale e composta da esperti nominati dall’esecutivo, la Commissione è incaricata di rilasciare la concessione alla SSR, di concludere accordi sulle prestazioni con i media elettronici che forniscono prestazioni di servizio pubblico e di esercitare compiti di vigilanza. "Sicuramente verrà criticato il fatto che questa commissione ha troppo potere, ma ci esponiamo a tale rischio", ha affermato la consigliera federale. Agenzie stampa e altro ancora Un sostegno pubblico sarà attribuito alle emittenti che forniscono prestazioni di servizio pubblico a livello locale o regionale. Il contributo dipenderà dalle prestazioni fornite, definite in un accordo. "È importante dare una mano alle realtà regionali del Paese", ha detto la Leuthard. Inoltre, è previsto di estendere il sostegno indiretto per la formazione e la formazione continua già iscritto nell’attuale legge. A tal fine è disponibile un massimo del 2% dei proventi del canone. Tale sostegno potrà essere accordato a organizzazioni di autoregolamentazione nel settore del giornalismo, ad agenzie di stampa (come l’Agenzia telegrafica svizzera Ats, oggi Keystone-ATS) così come a soluzioni innovative nell’ambito delle infrastrutture digitali. Si tratta in pratica di creare le premesse affinché possano essere fornite prestazioni informative di qualità. "Il mondo continuerà a cambiare nei prossimi anni e dovremo essere bravi a tenere il passo con tutte le novità tecnologiche. La legge dovrà molto probabilmente essere costantemente aggiornata", ha spiegato la consigliera federale. Dopo la consultazione, il Consiglio federale elaborerà il suo messaggio per il Parlamento tenendo conto dei pareri espressi.

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