Svizzera

Promozione della pace e migranti, i temi affrontati

Alain Berset ha accolto papa Francesco a Ginevra-Cointrin e si è intrattenuto con il Pontefice. Alle 17.30 la messa al Palexpo dove sono attesi 41mila fedeli

A colloquio con Berset (Keystone)
21 giugno 2018
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Denuncia dell’indifferenza nei confronti del prossimo, in particolare delle persone disagiate ed escluse: papa Francesco nel corso dell’incontro ecumenico di questo pomeriggio al Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) è tornato insistere sui temi già menzionati nel suo primo discorso, stamani alla cappella del Cec. "C’è da inquietarsi quando alcuni cristiani si mostrano indifferenti nei confronti di chi è disagiato", ha detto il pontefice nel suo discorso. "Ancora più triste è la convinzione di quanti ritengono i propri benefici puri segni di predilezione divina. Sull’amore per il prossimo, per ogni prossimo, il Signore, buon samaritano dell’umanità ci interpellerà". "La credibilità del Vangelo è messa alla prova dal modo in cui i cristiani rispondono al grido di quanti, in ogni angolo della Terra, sono ingiustamente vittime del tragico aumento di un’esclusione che, generando povertà, fomenta i conflitti. I deboli sono sempre più emarginati, senza pane, lavoro e futuro, mentre i ricchi sono sempre di meno e sempre più ricchi. Sentiamoci interpellati dal pianto di coloro che soffrono, e proviamo compassione", ha aggiunto il papa, che ha parlato anche più specificatamente di ecumenismo. L’unità dei cristiani deve trovare un motivo di crescita anche da quello che vivono molti di essi a causa della fede: "Guardiamo anche a tanti nostri fratelli e sorelle che in varie parti del mondo, specialmente in Medio Oriente, soffrono perché sono cristiani". "Stiamo loro vicini. E ricordiamo che il nostro cammino ecumenico è preceduto e accompagnato da un ecumenismo già realizzato, l’ecumenismo del sangue, che ci esorta ad andare avanti", ha aggiunto papa Bergoglio.

È il 23esimo viaggio internazionale di Papa Francesco

Papa Francesco è atterrato alle 10.05 all’aeroporto di Ginevra-Cointrin con il volo Alitalia AZ4000. Questo in Svizzera è il suo 23esimo viaggio internazionale. Il Pontefice è stato accolto dal presidente della Confederazione Alain Berset e dal consigliere federale Ignazio Cassis. Presenti ad attenderlo anche il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman e il presidente del Consiglio di Stato ginevrino Pierre Maudet, mentre la consigliera federale Doris Leuthard raggiungerà Ginevra solo fra qualche ora.

 

Durante il volo, il Papa parlando ai giornalisti ha indicato che si tratta di "un viaggio verso l’unità". Il dispositivo di sicurezza allestito per la visita è composto da forze dell’esercito svizzero e da numerosi rappresentanti di diverse polizie cantonali, fra cui quella ticinese. Obiettivo di questa visita "storica" è rafforzare i legami con le altre Chiese cristiane riunite in seno al Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), giunto al 70esimo anno di esistenza. Organizzata a distanza di 14 anni dal passaggio di Giovanni Paolo II in Svizzera, la visita papale in territorio protestante durerà una decina d’ore.

'Non perdere di vista i compagni di viaggio'

Nella preghiera al Centro ecumenico di Ginevra, che coordina 350 chiese cristiane non cattoliche, papa Francesco ha affermato che se non segue la via dello Spirito, l’uomo cerca di "realizzarsi inseguendo la via del possesso, la logica dell’egoismo, accaparrando qui e ora tutto ciò che gli va. Non si lascia accompagnare docilmente dove Dio indica, ma persegue la propria rotta. Abbiamo sotto gli occhi – ha sottolineato – le conseguenze di questo tragico percorso: vorace di cose, l’uomo perde di vista i compagni di viaggio; allora sulle strade del mondo regna una grande indifferenza. Spinto dai propri istinti, diventa schiavo di un consumismo senza freni: allora la voce di Dio viene messa a tacere; allora gli altri, soprattutto se incapaci di camminare sulle loro gambe, come i piccoli e gli anziani, diventano scarti fastidiosi; allora il creato non ha più altro senso se non quello di soddisfare la produzione in funzione dei bisogni". E ancora: "Camminare secondo lo Spirito è rigettare la mondanità. È scegliere la logica del servizio e progredire nel perdono. È calarsi nella storia col passo di Dio: non col passo rimbombante della prevaricazione, ma con quello cadenzato da un solo precetto: Amerai il prossimo tuo come te stesso".

L’apice della visita sarà raggiunto con la messa celebrata al Palexpo (le porte sono state aperte alle 10), di fronte al quale, in queste ore, regna un’atmosfera di gioiosa attesa. Il papa celebrerà una messa alla quale assisteranno più di 40mila persone. A decine gli autobus riversano con costanza i fedeli. Provenienti da parrocchie di tutta la Svizzera, molti pullman sono partiti di primo mattino con a bordo viaggiatori di ogni età, dal più anziano al più piccolo. Giunti nei parcheggi organizzati appositamente, i fedeli sono trasferiti al Palexpo a bordo di autobus affittati dal vescovato. Anche i treni a destinazione dell’aeroporto di Cointrin, situato a poche centinaia di metri, straripano di pellegrini e curiosi. Tutti sono impazienti di partecipare dal vivo allo storico avvenimento, ma dovranno aspettare ancora ore prima di assistere alla messa, prevista alle 17.30.

Volontari, schermi giganti e 22 camion carichi di sedie

In totale sono 310 i volontari, provenienti per due terzi dalla Svizzera e per un terzo dalla Francia, in t-shirt gialla pronti ad accogliere il pubblico che sta arrivando man mano. Sul posto sono stati installati schemi giganti e anche due confessionali. Inoltre, per ricordare la storica visita vi sono in vendita diversi gadget con l’effige del Pontefice e del suo viaggio a Ginevra. Negli scorsi giorni sono arrivati dalla Francia anche 22 camion carichi di sedie, di tutti i colori e di diverse forme, per accomodare i fedeli che assisteranno alla messa.

I temi affrontati da Bergoglio e Berset nel faccia a faccia

Le discussioni, durate circa mezz’ora, tra Bergoglio e Berset hanno riguardato soprattutto la promozione della pace e la gestione dei profughi. Il papa ha auspicato un impegno della Svizzera per "disinnescare i conflitti" nel Medio Oriente e nel mondo intero approfittando delle sue competenze di dialogo, ha riferito Berset in una conferenza stampa dopo il bilaterale. "Ho avuto l’impressione che il papa conosca bene Ginevra" e il suo ruolo nel multilateralismo, ha aggiunto il friburghese. Il presidente della Confederazione e il capo della Chiesa cattolica hanno espresso soddisfazione per le eccellenti relazioni bilaterali e i numerosi punti in comune nella politica di pace, nei diritti umani, nello sviluppo sostenibile e nelle questioni umanitarie, indica un comunicato pubblicato a mezzogiorno dal Consiglio federale.

Accoglienza dei profughi

I due hanno sottolineato la "necessità di adottare una politica solidale paneuropea in materia di rifugiati". Interrogato dai giornalisti su un eventuale annuncio di ricollocamento dei profughi della nave Aquarius, a cui l’Italia ha recentissimamente vietato l’attracco, il capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI) ha indicato che la Svizzera ha una responsabilità nei confronti dei rifugiati, ma non può "essere sola" di fronte al problema. Il pontefice e il ministro della socialità hanno affrontato altri temi come la situazione delle minoranze religiose, fra l’altro in Myanmar. Entrambi nel recente passato hanno visitato i campi dei rifugiati rohingya in Bangladesh.

Clima disteso

È stato menzionato anche l’impegno, ancora oggi importante, della Guardia svizzera pontificia che rappresenta un segno visibile del legame di lunga tradizione tra la Svizzera e la Santa Sede. L’incontro è stato "un momento molto intenso e allo stesso tempo molto disteso. Abbiamo riso molto", ha detto Berset, qualificando il papa come una "personalità impressionante". Al termine del colloquio si è svolto un incontro al quale hanno partecipato anche il consigliere federale Ignazio Cassis e il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman (PPD/FR).

Cassis: mi chiamo Ignazio, ma non sono gesuita

Mi chiamo Ignazio, ma non sono gesuita, ha detto al pontefice il ministro degli esteri elvetico, stando a quanto da lui stesso indicato su Twitter. Il papa ha risposto con un sorriso. Prima dell’elezione sul trono di Pietro, Bergoglio apparteneva all’ordine dei Gesuiti, fondato da Ignazio di Loyola. Nella delegazione della Santa Sede c’erano tra gli altri il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. La presenza di quest’ultimo è stata voluta dal papa, che è venuto in Svizzera per visitare il Consiglio ecumenico delle Chiese in occasione del suo 70esimo anniversario. Questa sera, al termine del programma ecumenico e pastorale, il papa sarà congedato da Berset e dalla consigliera federale Doris Leuthard.

 

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