Svizzera

Autori di reato, a Zurigo la nazionalità non si dice

Il Consiglio comunale ha respinto un postulato dell'Udc che chiedeva di rendere nota nei comunicati di polizia la cittadinanza degli indagati

Archivio Ti-Press
20 giugno 2018
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La polizia cittadina di Zurigo continuerà a non indicare la nazionalità degli autori di reati nei suoi comunicati. Il Consiglio comunale ha respinto questa sera a grande maggioranza un postulato dell’Udc che chiedeva di ritornare alla prassi in vigore fino all’anno scorso. Il postulato dei "democentristi" – che sull’argomento hanno lanciato anche un’iniziativa a livello cantonale – ha ottenuto soltanto 17 voti favorevoli; 100 i contrari. A bocciarlo sono stati tutti i partiti ad eccezione dell’Udc. Ciò significa che l’atto parlamentare non sarà trasmesso all’esecutivo cittadino e che quest’ultimo non dovrà prendere posizione.

Dallo scorso mese di novembre la Città di Zurigo ha rinunciato a rendere nota la nazionalità di propria iniziativa, pur lasciando ai giornalisti la possibilità di chiedere chiarimenti. La decisione era stata annunciata dall’allora responsabile del dicastero sicurezza Richard Wolff (Lista alternativa). Per l’esecutivo a maggioranza rosso-verde, citare la nazionalità dei presunti responsabili di reati servirebbe soltanto a creare una "presunta trasparenza". Il cambiamento di modalità era stato a sua volta deciso sulla base di un precedente postulato presentato due anni prima da PS e Verdi liberali, che il parlamento cittadino aveva sostenuto con 72 voti favorevoli e 46 contrari. L’argomento è tuttavia destinato a rimanere oggetto di dibattito.

L’Udc del canton Zurigo ha accusato la Città di condurre una "politica della censura" e ha consegnato un mese fa alla cancelleria un’iniziativa popolare cantonale con cui chiede che la polizia informi il pubblico sui crimini "in modo trasparente". L’iniziativa esige che nei comunicati e nelle conferenze stampa di tutti i corpi di polizia (cantonale e comunali) vengano specificati età, genere e nazionalità di colpevoli, sospetti e vittime. Su richiesta, devono essere indicate anche le persone con un passato migratorio, "per quanto sia disponibile l’informazione". Citare la nazionalità delle persone sospettate di reati nei comunicati della polizia è una prassi introdotta da una decina di anni in tutta la Svizzera. Lo spunto lo avevano dato proprio due iniziative popolari dell’Udc che sono state approvate nei cantoni di Soletta e San Gallo. Anche la Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali ha deciso, dopo un lungo dibattito, di seguire questa strada.

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