Svizzera

Ridotto l'Ufficio abitazioni. Gli Inquilini protestano

L'Asi critica la scelta del Consiglio federale. 'E' il momento di rafforzare la politica dell'alloggio'

(foto Ti-Press)
6 giugno 2018
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 La decisione del Consiglio federale di ridimensionare l’Ufficio federale delle abitazioni non è piaciuta all'Asi, l'Associazione svizzera inquilini. “Il governo invia un segnale sbagliato, malgrado il mandato costituzionale chiaro e l’evidente necessità di incrementare il numero delle abitazioni a pigione moderata, soprattutto negli agglomerati”, motiva l'Asi. L’iniziativa 'Più abitazioni a prezzi accessibili', che verrà esaminata dal Parlamento ancora quest’anno, costituisce un’esplicita spinta nella direzione giusta, rilancia.

In una nota l'Associazione spiega che “il Consiglio federale fa un passo falso con la sua decisione di ridurre massicciamente l’effettivo dell’Ufficio federale delle abitazioni, già precedentemente sottoposto a tagli importanti : se nel 2012 48 persone occupavano complessivamente 41,7 posti di lavoro, nel 2018 40 persone se ne suddividono solo 34,9”. Per l’Associazione svizzera Inquilini, quindi, l’ulteriore riduzione del 30%, per giungere ai 25 posti, è "incomprensibile ed è aspramente criticata”.

 Entrando nel merito, l'Asi ricorda come “la riduzione del prezzo della costruzione d’abitazioni e dei costi abitativi rappresenta un mandato costituzionale (art. 108 cpv. 2 Cost)”. Non solo, “l’Ufab è un ufficio specializzato e adempie i molteplici compiti fissati dalla legge, quali lo sviluppo della legislazione sulla locazione, la promozione dell’abitazione e della disponibilità di appartamenti a pigione moderata e la ricerca sulle questioni legate all’alloggio. Visti gli attuali problemi sul mercato dell’alloggio è più che mai necessario che tali compiti vengano espletati in maniera adeguata”.

Guardando fuori dai confini, “paesi come la Francia e la Germania hanno lanciato di recente programmi di azione pubblici a favore della costruzione di alloggi, per rispondere alla crescente domanda nei grossi agglomerati. La decisione del Consiglio federale è ancor più sorprendente se si pensa che l’università di San Gallo, in uno studio commissionato dalla stessa Confederazione, è arrivata alla conclusione opposta, ossia a raccomandare di valorizzare l’Ufab, dotandolo di un profilo rinnovato : un 'centro di competenza per l’alloggio, il settore immobiliare, lo sviluppo urbano'. La decisione del Consiglio federale si scontra anche con il parere di esperti esterni e con la necessità di alloggi a prezzi sostenibili : nei contesti urbani le famiglie, i giovani e gli anziani faticano sempre ancora a trovare appartamenti con una pigione loro accessibile”.

In conclusione, “presentata come una misura di risparmio, la riorganizzazione rappresenta uno schiaffo politico agli inquilini, categoria maggioritaria in Svizzera, e questo in tempi in cui la Confederazione sta conseguendo utili miliardari.

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