Svizzera

Trovato un accordo: graziato lo 'sprayer di Zurigo'

Harald Naegeli ha donato un proprio quadro alla Città evitando così il procedimento penale e una richiesta di risarcimento per i suoi murales

Keystone
29 maggio 2018
|

Un’opera d’arte per porre rimedio: Harald Naegeli, l’artista di 78 anni noto come lo ‘sprayer di Zurigo’, ha donato un proprio quadro alla città, riuscendo così a evitare un procedimento penale e una richiesta di risarcimento.
A denunciare l’artista era stata l’azienda cittadina per lo smaltimento dei rifiuti: la pulizia di 25 suoi graffiti su diversi muri e case della città le era costata 9’200 franchi. Nel processo svoltosi nell’ottobre scorso davanti a un tribunale distrettuale, il giudice non aveva però emesso nessuna sentenza: la domanda se si fosse trattato effettivamente di danneggiamento o di arte negli spazi pubblici (come aveva sostenuto Naegeli) è rimasta senza risposta. La Corte aveva così invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale. E ciò è stato fatto.
Ieri Naegeli ha dunque portato un suo quadro al municipale zurighese Filippo Leutenegger, responsabile del Dicastero infrastrutture e smaltimento rifiuti. «Abbiamo avuto intensi colloqui per poi trovare una soluzione creativa», ha affermato ai media l’esponente Plr, ex consigliere nazionale. «La città riceve un’opera d’arte e in cambio rinunciamo alle nostre pretese». Da parte sua Naegeli si è definito un utopista: «Portare l’utopia negli spazi pubblici, questa è la mia arte». Leutenegger si è dimostrato parte di questa utopia, ha aggiunto divertito. Per il municipale Plr, quella raggiunta ieri è una buona soluzione: «Risolvere la contesa solo per vie legali non avrebbe reso giustizia alla problematica». Deve essere fatta una discussione più ampia per quanto riguarda l’arte negli spazi pubblici, ha sottolineato Leutenegger.
Harald Naegeli si fece conoscere negli anni 70 per i suoi graffiti filiformi su muri e monumenti di Zurigo. Lo sprayer rimase a lungo ignoto e ricercato, fino a quando non fu arrestato nel 1979. Condannato nel 1981 a nove mesi di prigione, si rifugiò in Germania, ma in seguito a un mandato d’arresto internazionale fu estradato in Svizzera, dove scontò, nel 1984, sei mesi di carcere.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔