Gallery

Silenzio in aula, manifestazioni fuori

È iniziato al Tribunale penale federale di Bellnzona il processo ai tre dirigenti del Consiglio centrale islamico della Svizzera

Ti-Press
16 maggio 2018
|

I tre imputati, avevano annunciato nei giorni scorsi, in aula rimarranno in silenzio e non risponderanno alle domande. Ma fuori dal Tribunale penale federale, dove stamattina è iniziato il processo a tre dirigenti del Consiglio centrale islamico della Svizzera (Ccis) per propaganda a favore del terrorismo, erano in diversi a parlare e manifestare con cartelli del tenore "L'islamismo non è al-Qaida", "Domani il prossimo potrei essere io" e "Stato di diritti o Repubblica delle banane?".

A processo, lo ricordiamo, ci sono il presidente del Ccis Nicolas Blancho, il responsabile della comunicazione Qaasim Illi – entrambi 34enni svizzeri convertiti all'Islam – e il 26enne "produttore culturale" dell'organizzazione Naim Cherni, un tedesco residente a Berna. L'accusa, come accennato, riguarda la legge federale che vieta i gruppi terroristici al-Qaida e Stato islamico nonché le organizzazioni associate.

Il Ministero pubblico della Confederazione in settembre li ha rinviati a giudizio per alcuni video ritenuti opera di propaganda a favore di al-Qaida o di un gruppo ad essa associato. Cherni è accusato di aver fatto le riprese nell'ottobre del 2015 in Siria. I filmati sono stati poi approvati da Illi e pubblicizzati in accordo con Blancho tramite social media e anche in occasione di una manifestazione pubblica a Winterthur nel dicembre 2015.

Nei video è contenuta in particolare una intervista ad Abdallah al-Muhaysini, un saudita che la Procura federale ritiene fosse un alto rappresentante di al-Qaida in Siria, e rappresentante dell'organizzazione "jihadista" Jaysh al-Fath.

Secondo l'accusa le immagini con al-Muhaysini non sono "un'intervista giornalistica in esclusiva" condotta secondo le regole della professione, quanto piuttosto una piattaforma di propaganda islamista per lo stesso al-Muhaysini. Quest'ultimo parla per oltre 35 minuti mentre il contributo totale dell'intervistatore Cherni non supera i due minuti.

I tre imputati negano recisamente, così come l'interessato stesso. In una conferenza stampa organizzata lunedì a Berna, il CCIS, gruppo islamista piccolo ma molto attivo, ha sostenuto che al-Muhaysini non è mai stato membro di al-Qaida o della sua succursale siriana an-Nusra ma un "costruttore di ponti" tra i vari gruppi ribelli siriani e un attivo oppositore dello Stato islamico (Isis).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔