Svizzera

Servizi segreti elvetici: quattro 'operazioni' nel 2017

In due casi nell'ambito della lotta al terrorismo, in altri due contro lo spionaggio. Individuati una novantina di soggetti a rischio: costituiscono una minaccia alla nostra sicurezza

Ti-Press
30 aprile 2018
|

In un contesto caratterizzato dalla persistente minaccia islamista e dall’incertezza geopolitica dovuta alle ambizioni russe, il Servizio delle attività informative della Confederazione (Sic) ha approfittato delle nuove possibilità concesse dalla legge – sorveglianza di cellulari e computer, perquisizioni, uso di cimici – per contrastare minacce alla sicurezza interna ed esterna dello Stato. Lo indica il rapporto 2017 "La sicurezza della Svizzera" pubblicato oggi. Per quanto riguarda le nuove possibilità di sorveglianza, a fine dicembre 2017 il Sic aveva avviato quattro operazioni comprendenti 40 misure in totale, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal Tribunale amministrativo federale (Taf) e dagli organi politici competenti, si legge in una nota odierna del Sic. Due di queste operazioni rientravano nel quadro della lotta al terrorismo, le altre due dello spionaggio. Nessuna operazione è stata invece avviata con l’esplorazione di segnali via cavo – leggi Internet – per acquisire informazioni riguardanti fatti che avvengono all’estero rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza. Per questo tipo di attività, possibile solo con la collaborazione dei fornitori di servizi di telecomunicazione, le capacità tecniche erano ancora in fase di sviluppo a fine 2017, si legge nel rapporto.

Minaccia terroristica elevata

Alla luce degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi mesi, la valutazione della minaccia terroristica resta elevata nel nostro Paese. Il modus operandi conferma le previsioni del Sic: questi attacchi sono molto spesso perpetrati da lupi solitari o da piccoli gruppi che si sono radicalizzati senza necessariamente intraprendere un viaggio in zone di conflitto. A fine aprile di quest’anno, il Sic ha registrato una novantina di soggetti che rappresentano un rischio, ossia che inneggiano alla violenza, per esempio. A differenza della lista dei viaggiatori con finalità jihadiste, quella contenente i circa novanta soggetti in questione non è il risultato di una statistica cumulativa, ma rappresenta piuttosto un’istantanea il più possibile completa degli individui che, nell’ambito del terrorismo, costituiscono una minaccia prioritaria per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera.

I radicalizzati

Tra i circa novanta soggetti vi sono anche degli individui che si sono radicalizzati in Svizzera senza intraprendere viaggi in zone di conflitto. Tutte queste persone sono segnalate all’Ufficio federale di polizia (fedpol) e al Ministero pubblico della Confederazione (Mpc). 93 persone partite per il Jihad Oltre alla sorveglianza dei siti Internet veicolo dell’ideologia islamista, sorveglianza seguita eventualmente da un annuncio alle autorità, il SIC ha registrato 93 persone persone partite dalla Svizzera che si sono recate o si trovano tuttora in zone di conflitto. Questo numero è rimasto stabile rispetto al febbraio 2018. Dal 2001 a oggi sono state stabilite 79 partenze verso la Siria e l’Iraq e 14 verso la Somalia, l’Afghanistan e il Pakistan. Alcune di queste persone si trovano ancora nella meta originaria, 32 sono decedute (26 i casi confermati), altre si stanno spostando all’interno delle zone di conflitto o sono rientrate in Svizzera. Il numero di persone rientrate nel nostro Paese ammonta a 16 (di cui 13 casi confermati). Nessuna partenza dal 2016 Dal 2016 in poi il SIC non ha più rilevato nuovi casi di partenze con finalità jihadiste e giudica esiguo il numero di soggetti che potrebbero far ritorno in Svizzera, soli o con minori.

Verso le zone di conflitto più di 20 ragazzini

Tra i viaggiatori con finalità jihadiste registrati dal 2001 a oggi il Sic crede che siano una dozzina le donne con un legame con la Svizzera recatesi in Siria o in Iraq e più di 20 i minori con meno di 12 anni. Se tutti gli adulti partiti per zone di conflitto sono soggetti a un procedimento penale, la problematica dei minori viene trattata caso per caso e con il coinvolgimento non solo del SIC ma anche degli organi federali e cantonali nonché delle istituzioni civili competenti per la lotta alla radicalizzazione. Si rafforza estremismo di sinistra Oltre a concentrarsi sulla minaccia terroristica, lo spionaggio elettronico e no, le tensioni geopolitiche, nel rapporto del SIC non manca l’abituale capitolo dedicato alle attività dell’estremismo sia di destra che di sinistra. Secondo il documento, se il potenziale dell’estremismo di destra è rimasto invariato, complice anche un minore afflusso di migranti e quindi una maggiore discrezione, il potenziale di violenza dell’estremismo di sinistra "è aumentato". Bersaglio degli atti di violenza non sono solo le cose, ma anche i soggetti considerati di destra, tra cui le forze di sicurezza. Non solo gli estremisti di sinistra si comportano in modo "molto aggressivo", ma accettano anche "il rischio di mettere a repentaglio l’integrità fisica e la vita dei loro bersagli e in alcuni casi mirano proprio a questo".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔