Svizzera

Agente basilese 'pro Erdogan' prosciolto dallo spionaggio

Il 38enne era sospettato di aver trasmesso ad Ankara informazioni su oppositori turchi in Svizzera. La Corte di Basilea l'ha condannato per abuso d'autorità.

Keystone
23 aprile 2018
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L’agente della polizia basilese accusato di aver trasmesso illegalmente ad Ankara informazioni riguardanti oppositori turchi residenti in Svizzera è stato giudicato colpevole di ripetuto abuso d’autorità. Le sue colpe non hanno però a che vedere con attività di spionaggio. Il 38enne è stato condannato dal Tribunale penale di Basilea ad una pena pecuniaria, sospesa con la condizionale, di 30 aliquote giornaliere da 130 franchi. La pena non riguarda però le presunte attività "pro-Erdogan", ma piuttosto l’aver controllato i dati di persone senza una vera ragione. Ha ad esempio verificato le informazioni riguardanti la ex moglie e la ragazza. Ha inoltre usato i sistemi della polizia per aiutare un amico in un caso d’adozione. In tutti i casi riguardanti altre 162 persone non è stata provata alcuna violazione delle norme e secondo il presidente della corte si è trattato di accuse "completamente speculative". In un caso è addirittura stato provato che la ricerca era stata effettuava per regolari scopi lavorativi, fatto che ha messo in ombra l’operato del Ministero pubblico, che chiedeva il doppio della pena rispetto a quella inflitta.

Escluso lo spionaggio: sarà risarcito per torto morale

Completamente escluso sembra il coinvolgimento nello spionaggio, poiché solamente un quinto dei nomi cercati ha in qualche modo a che fare con la Turchia. La corte ha anche richiamato il Ministero pubblico, poiché col suo agire ha fatto in modo che l’imputato acquisisse la reputazione della spia, anche sui media. Per tale motivo, al 38enne è stata concessa una riparazione per torto morale di 2000 franchi e un indennizzo di 500 franchi. Dovrà inoltre accollarsi solo un terzo delle spese procedurali. L’agente – poi licenziato dalla polizia – era stato arrestato lo scorso aprile poiché sospettato di aver trasmesso illegalmente ad Ankara informazioni riguardanti oppositori turchi residenti in Svizzera. Poco dopo era stato però rimesso in libertà poiché non vi erano motivi per prolungare il fermo. La procura non è mai riuscita a portare prove di attività di spionaggio.

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