Per l'Uss il Progetto fiscale 17 è 'inaccettabile'

Gli elettori potrebbero essere di nuovo chiamati alle urne per pronunciarsi sulla fiscalità delle imprese. La riveduta riforma messa a punto dal Consiglio federale non piace infatti all'Unione sindacale svizzera (Uss), che la definisce "inaccettabile" e minaccia di ricorrere al referendum.

L'Uss si dice favorevole all'abolizione dei regimi privilegiati concessi alle multinazionali, una prassi molto contestata sul piano internazionale: la riforma, denominata "Progetto fiscale 17", non dove però comportare una diminuzione delle entrate.

La nuova proposta del Consiglio federale, scrive la centrale sindacale in un comunicato, non si differenzia invece di molto dalla "riforma delle imprese III", bocciata in votazione popolare nel febbraio del 2017. Malgrado l'esito della consultazione, afferma l'USS, il governo e gli esecutivi cantonali vogliono infatti nuovamente abbassare l'imposta sugli utili a circa 200 mila aziende, quando la semplice soppressione degli attuali privilegi andrebbe a colpire unicamente 400 imprese.

I costi della riforma, secondo l'USS, devono andare a carico delle aziende e degli azionisti, mentre per i salariati occorrono sgravi consistenti, ad esempio attraverso sconti sui premi di cassa malattia o assegni maggiorati per i figli. Gli aiuti sociali proposti dal "Progetto fiscale 17" non sono sufficienti.

La riveduta riforma dovrebbe essere esaminata dal parlamento nelle sessione di autunno, ma già grava la minaccia di una nuova convocazione del popolo alle urne. Se le condizioni iniziali non dovessero cambiare, saremo obbligati a proporre ai nostri organi il lancio di un referendum, afferma il presidente dell'USS Paul Rechsteiner, citato nel comunicato.