Svizzera

Trasparenza sulle esportazioni di materiale bellico dalla Svizzera

Il Tribunale amministrativo federale boccia le argomentazioni della Seco secondo cui rivelare l'elenco a un giornalista avrebbe provocato problemi internazionali

5 aprile 2018
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La Segreteria di Stato dell’economia (Seco) dovrà fornire a un giornalista la lista delle società residenti in Svizzera che nel 2014 hanno fatto richiesta di esportazione di materiale bellico. L’interesse per l’informazione pubblica in merito ad una questione tanto controversa prevale infatti sul presunto rischio per le relazioni bilaterali della Confederazione.

Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo federale (Taf) annullando così una decisione negativa della Seco nei confronti di un giornalista del settimanale di sinistra Wochenzeitung (Woz). Quest’ultimo, oltre alla lista delle società, chiedeva inoltre per ogni singola azienda informazioni sul valore e sul tipo di prodotti che volevano esportare.

Le richieste della Woz erano basate sulla Legge federale sul principio di trasparenza dell’amministrazione (Legge sulla trasparenza, LTras), che consente ad ognuno l’accesso ai documenti ufficiali al fine di contribuire all’informazione del pubblico. Essa prevede comunque eccezioni e disposizioni speciali.

La Segreteria dell’economia aveva rifiutato la documentazione adducendo che la pubblicazione di tali informazioni avrebbe potuto suscitare l’irritazione degli Stati in questione e comportare un peggioramento delle relazioni bilaterali della Svizzera. Inoltre, secondo la SECO, se le autorità avessero reso noto i dettagli sulle transazioni i Paesi interessati avrebbero considerato l’ipotesi di rifornirsi di equipaggiamenti da guerra altrove, mettendo a rischio le future commesse.

Il Taf ha invece considerata tirata per i capelli la presunta grave minaccia per gli interessi di politica estera nazionale. Già attualmente, infatti, si può sapere quali Paesi si riforniscono di materiale da guerra svizzero e in che quantità.

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