Svizzera

Berna migliora nella lotta alla corruzione

Ma ci sono ancora margini di miglioramento. Inoltre, l'Ocse ha fornito alla Svizzera alcune raccomandazioni

27 marzo 2018
|

La Svizzera persegue più attivamente la corruzione internazionale. Rispetto all’ultima valutazione, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha constatato un aumento significativo del numero di procedimenti e di condanne per questo reato. Ma Berna ha ancora margini di miglioramento.

Dal 2011, nella Confederazione sei persone fisiche e cinque persone giuridiche sono state condannate in cinque affari di corruzione transnazionale, indica l’OCSE nel suo nuovo rapporto pubblicato oggi. Un gran numero di casi per lo stesso reato erano oggetto di un procedimento al momento della redazione del rapporto.

Il Gruppo di lavoro dell’OCSE sulla corruzione ha come obiettivo valutare l’attuazione, da parte della Svizzera, della Convenzione sulla lotta contro la corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, ricorda l’organizzazione. Che fornisce, inoltre, alcune raccomandazioni.

La Svizzera può fare meglio

Il Gruppo di lavoro sottolinea in particolare l’azione repressiva condotta dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) "che sta producendo effetti sia a livello nazionale che internazionale". Nonostante questa constatazione, l’OCSE si aspetta che la Svizzera accentui i suoi sforzi in materia di repressione del reato di corruzione internazionale.

Il Gruppo di lavoro precisa che osserverà con particolare interesse il comportamento di Berna "in un contesto in cui diverse decisioni della giustizia potrebbero aver favorito un’interpretazione restrittiva di questo reato nonché la responsabilità delle persone giuridiche".

Sanzioni non dissuasive

Per quanto attiene alle vicende già terminate, il Gruppo di lavoro deplora che le sanzioni inflitte non siano state abbastanza dissuasive, come prevede la Convenzione, in particolare nei confronti delle persone giuridiche.

Inoltre, l’OCSE suggerisce di far meglio conoscere l’azione repressiva, rendendola più trasparente, grazie a una migliore comunicazione delle questioni in corso. Si tratterebbe di consentire la pubblicazione più ampia possibile dei contenuti di una vicenda.

Questo fattore è sempre più importante dal momento che la grande maggioranza degli affari di corruzione transnazionale si sono conclusi senza l’intervento di un giudice, rileva il Gruppo di lavoro.

Politica volontaristica

Quest’ultimo si dice per contro soddisfatto della politica volontaristica della Svizzera in materia di sequestro e confisca, che sta dando i suoi frutti. L’OCSE sottolinea la partecipazione sempre più attiva e dinamica di Berna all’assistenza giudiziaria.

Il Gruppo di lavoro sostiene così la revisione della legge svizzera sull’assistenza giudiziaria, che è in fase di attuazione, al fine di formalizzare questa assistenza più dinamica e di favorire una cooperazione internazionale più efficace.

Proteggere "whistleblower"

Per quanto riguarda la segnalazione di casi di corruzione, il Gruppo di lavoro sottolinea il ruolo chiave svolto dall’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). Deplora tuttavia il fatto che avvocati, notai, contabili e revisori non siano in grado di contribuire a queste segnalazioni, non essendo associati alla lotta contro il riciclaggio di capitali come prevedono gli standard internazionali.

Infine, l’OCSE si rammarica per l’assenza di un quadro legale e istituzionale volto a tutelare i cosiddetti "whistleblower", ovvero chi segnala casi di corruzione, nel settore privato. Invita Berna a una riforma rapida in tal senso.

La Svizzera presenterà un rapporto verbale al Gruppo nel marzo del 2019. Quest’ultimo avrà come tema l’adozione di una legislazione appropriata destinata a proteggere da ogni azione discriminatoria o disciplinare i dipendenti del settore privato che segnalano casi di presunta corruzione di pubblici ufficiali stranieri.

Entro due anni, la Confederazione presenterà inoltre un rapporto scritto sull’attuazione di tutte le raccomandazioni del Gruppo e sugli sforzi in vista dell’applicazione della Convenzione.

Seri rischi di corruzione

Per l’ONG Transparency International Svizzera, sussistono nella Confederazione seri rischi di corruzione e di riciclaggio di denaro, e ciò malgrado taluni progressi compiuti negli ultimi anni. L’ONG sottolinea pure la critiche mosse dall’OCSE alla Svizzera per la mancanza di protezione dei whistleblower.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔