Svizzera

Contadini e animalisti contro i prodotti europei

I propositi di aprire maggiormente il mercato agricolo svizzero ai prodotti esteri trova l'opposizione dei piccoli agricoltori

(Ti-Press)
23 marzo 2018
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I piani del Consiglio federale per un maggior libero mercato nella politica agricola futura sono avversati da piccoli contadini e animalisti: invece di un’apertura delle frontiere esigono un maggiore sostegno alle fattorie "amiche dell’ambiente e degli animali". Le conseguenze “dell’inadeguata" politica agricola svizzera e dell’eccessiva pressione sui prezzi sono già ora preoccupanti, hanno affermato oggi in una conferenza stampa a Berna l’associazione svizzerotedesca dei piccoli contadini Kleinbauern-Vereinigung e la Protezione svizzera degli animali (Psa). Nonostante un aumento della domanda alimentare – rilevano le due associazioni – ogni giorno scompaiono in questo Paese tre aziende agricole, mentre al contempo vengono costruite stalle sempre più grandi e gli animali da reddito vengono sempre più sfruttati.

Questa evoluzione è percepita in modo negativo da gran parte della popolazione, ma ciò nonostante – aggiungono – il Consiglio federale con i suoi piani vuole ancora accentuarla: lo scorso novembre il governo, presentando la sua strategia per la Politica agricola dopo il 2022 (PA22+) ha mostrato di puntare su mercati aperti, con una minore protezione doganale per l’agricoltura elvetica. Sulla futura politica agricola dovrà ancora esprimersi il parlamento. Il governo ha incaricato il Dipartimento dell’economia di elaborare un documento interlocutorio sulla concretizzazione degli orientamenti della PA22+. Sulla base dei riscontri nel quarto trimestre 2018 sarà lanciata una procedura di consultazione. Il ministro Johann Schneider-Ammann ha prospettato un messaggio al parlamento per l’estate 2019.

A novembre la strategia governativa di liberalizzazione del mercato agricolo è stata accolta con soddisfazione da Economiesuisse, ma è stata aspramente criticata dall’Unione svizzera dei contadini (Usc), secondo cui il governo ignora la volontà del popolo e vuole sacrificare il settore. Dal canto suo Schneider-Ammann, esprimendosi il 7 dicembre al Consiglio nazionale durante i dibattiti sull’iniziativa "Per la sovranità alimentare", ha respinto con veemenza le obiezioni sollevate. "Il Consiglio federale non accetta le accuse secondo le quali sarebbe pronto a lasciar morire l’agricoltura svizzera", ha affermato, aggiungendo che "il nazionalismo minaccia la prosperità generale".

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