Svizzera

Sovranità alimentare, anche il Nazionale dice no

Dopo gli Stati, oggi pure il Nazionale ha deciso di bocciare l'iniziativa: troppo complicato applicarla. Cramer (Verdi) la difende ricordando che ogni giorno due/tre aziende chiudono.

12 marzo 2018
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L’iniziativa "Per la sovranità alimentare. L’agricoltura riguarda noi tutti" sarà sottoposta al popolo con la raccomandazione di respingerla. Dopo gli Stati, oggi anche il Nazionale l’ha infatti – tacitamente – bocciata.

L’iniziativa sarebbe impossibile da attuare in diversi punti, ha spiegato Isidor Baumann (Ppd/Ur) a nome della commissione. I dazi doganali all’importazione non sono ad esempio accettati dall’Organizzazione mondiale del commercio (Omc).

L’aumento del numero di contadini, come chiesto dall’iniziativa, sarebbe una misura controproducente, ha poi aggiunto Peter Hegglin (Ppd/Zg). Distribuendo il reddito del settore agricolo su un numero maggiore di persone, i guadagni per azienda diminuiranno, ha spiegato il popolare-democratico.

Secondo Peter Föhn (Udc/Sz), inoltre, le disposizioni già presenti attualmente nella Costituzione sono sufficienti, in particolare l’articolo sulla sicurezza alimentare approvato alle urne il 24 settembre.

Solo Robert Cramer (Verdi/Ge) ha difeso l’iniziativa ricordando che ogni giorno due/tre aziende agricole chiudono i battenti. Per il ginevrino ci vorrebbe una nuova politica agricola che dia più spazio e più valore al lavoro del singolo contadino.

L’iniziativa, depositata dall’associazione contadina Uniterre, chiede di inserire un nuovo articolo nella Costituzione allo scopo di promuovere l’agricoltura dei piccoli contadini responsabile in primo luogo dell’approvvigionamento locale della popolazione e di perseguire questo obiettivo mediante interventi statali sul mercato di ampia portata.

Essa domanda, inoltre, che le derrate alimentari e i prodotti agricoli importati debbano, per principio, rispettare le norme sociali ed ecologiche della Svizzera. L’impiego di organismi geneticamente modificati (ogm) sarebbe vietato.

L’iniziativa prevede anche che siano adottate misure per "preservare le superfici coltivabili", garantire "la trasparenza del mercato", favorire "la fissazione di prezzi equi" e rafforzare "gli scambi commerciali diretti tra contadini e consumatori".

Il testo chiede anche che Berna favorisca "l’aumento della popolazione attiva nell’agricoltura e la varietà delle strutture" e che presti "particolare attenzione alle condizioni di lavoro dei salariati agricoli"

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