Svizzera

Trapianto organi, raccolta firme per il consenso presunto

Oggi l'85% della popolazione è favorevole alla donazione, ma non ne lascia traccia scritta. E così nel 60% dei casi i familiari rifiutano la richiesta dei sanitari

Ti-Press
8 marzo 2018
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“Se dovessi morire, vorrei che i miei organi fossero donati?”. Una domanda che sicuramente la maggior parte di noi si è già posta, ma la cui risposta non è forzatamente scritta in un documento. Così che tale risposta non fa stato, e a decidere sul da farsi sono i familiari. “Decidere a favore o a sfavore di un espianto di organi per conto di un defunto è un gravoso onere per i familiari e per il personale sanitario” osserva Swisstransplant, che rilancia così il tema del consenso presunto (modello già adottato in altri paesi europei, come Italia, Francia e Spagna). A livello federale è infatti stata lanciata l'iniziativa popolare 'Favorire la donazione di organi e salvare vite umane', che chiede di adeguare la Svizzera allo stesso sistema. 

“Da sondaggi sappiamo che l’85 per cento della nostra popolazione è di regola favorevole o molto favorevole al tema della donazione di organi. Tuttavia, poiché ancora troppo spesso la volontà di donare gli organi non è documentata (tessera di donatore, testamento biologico) o poiché i documenti in questione non sono accessibili o sono andati perduti, il nostro personale sanitario deve indagare sulla presunta volontà della persona deceduta parlando con i familiari – si legge nel comunicato di Swisstransplant –. Nel 60 per cento dei casi vi è un rifiuto e i feedback provenienti dagli ospedali lasciano presupporre che nel 75 per cento di essi la volontà della persona deceduta non fosse nota ai familiari. Certamente è loro intenzione andare sul sicuro decidendo contro la donazione di organi, ma così facendo hanno veramente dato seguito alla volontà della persona deceduta? 

Il modello del consenso presunto è una “soluzione che si è dimostrata efficace” nei paesi in cui è in vigore. Paesi da cui “non giungono indicazioni che la volontà dei familiari non sia stata presa in considerazione – riprende la nota –. I colloqui con i familiari si svolgono come in precedenza, ma in condizioni migliori rispetto a oggi, in quanto le persone che non intendono donare gli organi possono iscriversi a un registro elettronico. In caso di emergenza il personale sanitario si limiterà a consultare il registro: se una persona deceduta è registrata come non donatore, non sarà necessario svolgere alcun colloquio con i familiari. In mancanza di tale registrazione, durante il colloquio sarà necessario valutare se esistono indicazioni contro la volontà di donare. In caso contrario, i familiari potranno acconsentire alla donazione degli organi con la coscienza tranquilla“.

Nei prossimi mesi sono previste delle giornate di raccolta firme a livello nazionale: sabato 21 aprile, sabato 30 giugno, sabato 15 settembre.

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