Svizzera

Non perì a causa dell'incendio ma fu 'omicidio mascherato'

In carcere un uomo accusato d'aver ucciso un cittadino afgano e poi mascherato il tutto appiccando l'incendio nell'abitazione di Delemont

2 marzo 2018
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Il cittadino afgano morto nell’esplosione della sua abitazione il 18 febbraio scorso a Delémont non è rimasto vittima di un incidente, ma di un omicidio mascherato. Il presunto responsabile è in detenzione preventiva. Le sue motivazioni non sono ancora state chiarite. "Si tratta di un omicidio, al quale si è aggiunto un incendio doloso", ha indicato oggi a Porrentruy (JU) la procuratrice generale del Cantone Geneviève Bugnon. Arrestato due giorni dopo il dramma, l’indiziato ha ammesso l’accaduto. La procuratrice non ha fornito informazioni riguardo alla persona in detenzione e non ha confermato l’ipotesi del dramma passionale evocata da 'Arcinfo'.

L’autopsia ha in effetti rivelato che la vittima di 33 anni era stata colpita alla testa con un mazzuolo. Lo strumento è stato ritrovato, come pure una bottiglia nella quale era stata conservata della benzina, ha indicato la procuratrice, senza rivelare dove siano stati rinvenuti gli oggetti. La magistrata non ha nemmeno voluto dire se esistono legami di parentela fra la vittima e l’indiziato. Nel corso delle sue investigazioni, la polizia ha rilevato la presenza nell’abitazione di una terza persona. I quattro fornelli della cucina a gas erano aperti ed hanno provocato l’esplosione. Per accelerare l’incendio, la cucina è stata cosparsa di benzina. Due dei tre figli della vittima, che si trovavano nell’abitazione al momento del dramma, sono stati tratti in salvo. Il terzo figlio e la moglie erano invece assenti. L’inchiesta dovrà ora determinare se l’indiziato ha agito da solo.

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