Svizzera

'Tutto esaurito' per il processo al mostro di Rupperswil

Incensurato e allenatore di calcio: nel 2015 ha preso in ostaggio e massacrato una donna con i suoi figli, abusando del più piccolo. Il 13 marzo il processo

27 febbraio 2018
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Immaginate di ritornare a casa e ritrovarla avvolta dal fumo di un incendio, all'interno i corpi dei vostri famigliari massacrati a coltellate. Questo è successo a un uomo il 21 dicembre 2015, a Rupperswil. Quel giorno, dopo la segnalazione delle fiamme, in una casa qualunque del piccolo comune argoviese sono stati trovati i corpi di una donna (48 anni), dei suoi figli di 19 anni e 13 anni (abusato prima di essere ucciso), e di una amica 21 enne del ragazzo maggiore. Le indagini messe in campo dalla polizia cantonale (con una ricompensa da 100 mila franchi per informazioni utili), per far luce sul “peggior delitto” della recente storia svizzera, hanno portato nel maggio 2016 all'arresto del classico insospettabile (oggi 34 enne), un uomo residente a 500 metri dal luogo del delitto, per altro allenatore di calcio in ambito giovanile: un incensurato sul quale non si è riscontrato alcun indizio riguardo abusi commessi in passato.

Il processo per questo massacro che ha sconvolto tutta la Svizzera – per le sue modalità e per lo scenario in cui si è consumato – si aprirà il prossimo 13 marzo e registra il “tutto esaurito”. Non tutte le persone che si sono annunciate per seguire i quattro giorni di dibattimenti avranno un posto. La priorità è stata data a chi si è annunciato per primo e a chi ha detto di voler seguire tutti i giorni del processo, ha fatto sapere ieri il Tribunale distrettuale di Lenzburg. Il processo viene celebrato nei locali della polizia mobile a Schafisheim e tutti gli spettatori ammessi dovranno passare un controllo di sicurezza. Le immagini del processo non saranno trasmesse in altre sale, si legge in una nota. Il tribunale si rammarica inoltre del fatto che non tutte le persone interessate potranno seguire i dibattimenti. I rappresentanti dei media svolgeranno quindi un ruolo essenziale nell’assicurare l'informazione sulle udienze.

Un mese fa si era appreso che il processo si aprirà con le deposizioni degli esperti che hanno realizzato due perizie psichiatriche, condizione necessaria affinché un tribunale possa decidere la misura dell’internamento a vita. L’imputato, un cittadino svizzero, è reo confesso ed è detenuto dal dicembre del 2016 in regime di espiazione anticipata della pena.

Il 34enne deve rispondere di assassinio plurimo, ripetuta estorsione, sequestri di persona, atti sessuali con un fanciullo, ripetuta coazione sessuale, incendio intenzionale e possesso di materiale pornografico proibito. Il Tribunale distrettuale ha inoltre fatto sapere che l’atto d’accusa sarà pubblicato il giorno precedente l’inizio del processo. Il procuratore intende rendere nota la richiesta di pena durante il dibattimento.

Come detto, l’imputato era incensurato e abitava a poche centinaia di metri dal luogo del massacro. I cadaveri parzialmente carbonizzati furono rinvenuti la sera del 21 dicembre 2015 nella casa di Rupperswil in cui era stato segnalato un incendio. Il 34enne è stato arrestato in un locale pubblico di Aarau nel maggio del 2016, al termine di cinque mesi di laboriose indagini. Dall’inchiesta è emerso che l’uomo, prima del massacro, obbligò la madre a recarsi in banca e presso un bancomat per prelevare 10’000 franchi e 1000 euro. L’arma del delitto, un coltello da cucina, non è mai stata ritrovata.

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