Svizzera

Minacce di morte a Ruoff

Lo chalet della direttrice della Posta è sorvegliato da una società di sicurezza

26 febbraio 2018
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Lo scandalo contabile che ha travolto AutoPostale ha scaldato talmente gli animi che la direttrice generale dell’azienda Susanne Ruoff è stata minacciata di morte. Lo ha rivelato ieri il domenicale ‘SonntagsBlick’. La Posta ha inoltre confermato al giornale che sono “state prese le misure necessarie per proteggere” la manager. Secondo quanto pubblicato, l’azienda avrebbe richiesto i servizi della società di sicurezza privata Securitas, in modo da elaborare un piano per tutelare la direttrice. Fra le varie misure adottate vi è anche la messa in sicurezza del suo chalet nella località vallesana di Crans-Montana, con possibilità – in caso di necessità – di allestire una sorveglianza continua.

Subito dopo che i fatti erano venuti alla luce, Ruoff aveva dichiarato di essere a conoscenza solo dallo scorso novembre delle manipolazioni contabili di AutoPostale. Stando a una nota interna resa pubblica dal ‘Blick’, i vertici della Posta sapevano però sin dal 2013 delle operazioni illecite. Due settimane fa Ruoff aveva poi ammesso di aver commesso degli errori, annunciando però che non avrebbe dato le dimissioni e che avrebbe voluto fare chiarezza.

Il caso che ha coinvolto AutoPostale ha avuto un grande impatto a livello mediatico. Ricordiamo che l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha scoperto operazioni illecite – emerse durante la revisione dei conti – per un totale di 78,3 milioni di franchi dal 2007 al 2015, che la filiale della Posta dovrà ora restituire. Si tratta di sovvenzioni federali e cantonali ottenute con trucchi contabili.

Sabato la ‘ministra’ dei trasporti Doris Leuthard ha dal canto suo chiesto di aprire un’inchiesta penale sul caso. Dopo che il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) e la giustizia bernese si sono dichiarati non competenti – rimandando di fatto il compito di giudicare il caso allo stesso Uft –, il governo sta valutando se sia possibile passare tramite un’altra unità dell’Amministrazione federale.
Infatti l’Uft non può occuparsi dell’indagine, poiché è già responsabile della sorveglianza, ha affermato la consigliera federale in un’intervista pubblicata sabato dalla ‘Neue Zürcher Zeitung’.

“Considerando i numerosi punti di controllo non riesco a capire come la vicenda sia potuta arrivare così lontano”, ha aggiunto Leuthard. Per questo bisogna intervenire e imparare dagli errori commessi.
Bisogna chiarire cosa sapessero i vertici di AutoPostale e quando lo hanno saputo. “Serve chiarezza sulle responsabilità e poi si potranno valutare le conseguenze personali o giuridiche”, ha detto ancora la ‘ministra’.
Leuthard si aspetta i primi risultati delle indagini entro sei o otto settimane. È necessario agire velocemente anche a causa del danno alla reputazione.
Al momento, per la direttrice generale Susanne Ruoff vige la presunzione di innocenza.

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