Svizzera

Bellinzona, ripreso il processo alle Tigri tamil

Tra le accuse contro i 13 imputati vi è il sostegno a un'organizzazione criminale, ma anche truffa, estorsione, falsità in documenti, riciclaggio di denaro.

(Ti-Press)
19 febbraio 2018
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È ripreso questa mattina il processo contro i 13 presunti fiancheggiatori della guerriglia tamil nello Sri lanka, iniziato lo scorso 8 gennaio al Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona. La procuratrice federale Juliette Noto e gli avvocati della difesa si sono nuovamente affrontati sulla richiesta di audizione dei poliziotti vodesi intervenuti all’inizio dell’inchiesta 8 anni fa. La difesa ha inoltre chiesto come mai manchino nel fascicolo i verbali degli ascolti telefonici riguardanti il World Tamil Coordinating Committee (Wtcc), considerato dall’accusa come una organizzazione di copertura in rappresentanza dei guerriglieri delle Tigri di liberazione dell’Eelam tamil (Ltte) che si battevano nello Sri Lanka contro l’esercito di Colombo.

La procuratrice si è opposta alle richieste della difesa, ricordando che il Wtcc aveva cessato l’attività 10 giorni dopo l’apertura dell’inchiesta e che gli ascolti telefonici non avevano dunque senso. "Non ci sono stati neppure ascolti segreti, poiché la base legale per simili provvedimenti esiste solo dall’anno scorso", ha detto la procuratrice, apprestandosi alla requisitoria. Le accuse contro i 13 imputati – 12 tamil e un tedesco – vanno dal sostegno o partecipazione a un’organizzazione criminale alla truffa, dall’estorsione alla falsità in documenti, fino al riciclaggio di denaro. Secondo l’atto d’accusa, le attività illecite avrebbero consentito di raccogliere, tra la comunità tamil in esilio circa 15 milioni di franchi tramite un sistema sofisticato di crediti al consumo.

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