Svizzera

Unia: aumentano gli scioperi in Svizzera

I conflitti sociali non riguardano più solo l'edilizia e l'industria. Anche i colletti bianchi saranno toccati da questi problemi

Uno scorcio dello sciopero sul Lago Maggiore (Ti-Press)
22 gennaio 2018
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Gli scioperi sono in aumento in Svizzera e questo da circa vent’anni a questa parte. Secondo la presidente di Unia Vania Alleva, riguarderanno presto tutti i settori d’attività.

I conflitti sociali ormai non riguardano più solo l’edilizia o l’industria. "Sempre di più anche i colletti bianchi saranno toccati da questi problemi, categoria fino ad ora poco abituata a battersi in maniera coesa per i diritti", ha sottolineato oggi la dirigente del più grande sindacato elvetico su swissinfo.ch.

Da ormai diversi anni molti dirigenti d’impresa non considerano più i salariati come partner con i quali negoziare, ha detto ancora la Alleva. Questo genera tensione e a volte è necessario uno sciopero per convincere i vertici a discutere. Nella maggior parte dei casi, le proteste hanno portato a un miglioramento delle condizioni.

Nonostante l’incremento, la Svizzera è in fondo alla classifica per quel che riguarda gli scioperi, secondo l’istituto di ricerca WSI. I movimenti sociali hanno fatto perdere in media all’anno due giorni di lavoro per 1000 impiegati fra il 2006 e il 2015. Subito sopra la Confederazione si trovano la Svezia (5 giorni), la Polonia (6) e gli Stati Uniti (7). In Germania il dato sale a 20 giorni, mentre la Francia, con 123 giorni, è chiaramente in testa.

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