Svizzera

Antitumorali scaduti, il farmacista cantonale 'allibito'

L'oncologo Cavalli: il farmaco ‘ha ormai 40 anni, perciò si fatica a venderlo’

(Pexels)
14 gennaio 2018
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«Stando a quanto riportato dai media, il motivo per il quale i giudici vallesani non hanno riconosciuto il reato di esposizione a pericolo della vita o salute altrui mi lascia allibito». Non usa giri di parole il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini per commentare la vicenda dei farmaci antitumorali commercializzati dopo la data di scadenza, e somministrati anche a pazienti in cura a Bellinzona (qui l'approfondimento). «Personalmente – aggiunge Zanini, interpellato dalla ‘Regione’ – non condivido nella maniera più assoluta l’interpretazione del tribunale distrettuale: credo che commercializzare volontariamente, come in questo caso, dei medicamenti di qualità inferiore rispetto a quella dichiarata sia un atto criminale».
Zanini conosce la vicenda degli antitumorali scaduti della quale si è occupata la giustizia del Canton Vallese. «Quando alcuni anni fa venne alla luce, Swissmedic – ricorda – allertò tutti gli ospedali e fu adottata immediatamente una serie di contromisure per limitare i danni». Di recente la sentenza. «I giudici hanno condannato i dirigenti della ditta  per aver falsificato la data di scadenza dei medicamenti a pene francamente irrisorie. Come se fosse una frode qualsiasi». Secondo il farmacista cantonale, c’è più «di una semplice falsificazione di documenti per aver cambiato la data di scadenza». La conseguenza di questa falsificazione «è che al paziente malato di cancro – malato di cancro, ripeto – è stato somministrato un medicamento che non aveva più quell’efficacia che avrebbe dovuto avere perché essendo scaduto conteneva meno principio attivo. Penso allora che non si possa affermare, come invece sostengono i giudici, che in una simile fattispecie il pericolo per il paziente deriva dal tumore da cui è già affetto. No, il pericolo deriva, ritengo, dal fatto che il tumore che magari è guaribile non può essere curato perché il farmaco è inefficace essendo scaduto. E se è stato messo sul mercato sapendo che era scaduto siamo di fronte a un atto volontario e dunque a un atto criminale. Bene quindi ha fatto Swissmedic a presentare ricorso». Un segnale «importante», anche in vista «dell’entrata in vigore di Medicrime Convention, convenzione europea firmata pure dalla Svizzera».

 
L'oncologo Cavalli: ‘Ha ormai 40 anni, perciò si fatica a venderlo’


«Non ricordo altri casi analoghi in Svizzera. La contraffazione della data di scadenza è un fenomeno noto semmai nei paesi poveri, come l’India». Padre dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana, oggi suo direttore scientifico dopo averlo condotto dal 2007 al 2011, gli stessi anni considerati dall’inchiesta contro la vallesana Alkopharma, Franco Cavalli conosce molto bene il farmaco antitumorale Thiotepa prodotto in Germania e utilizzato a lungo anche nella struttura di Bellinzona, punto di riferimento cantonale e internazionale per i malati di cancro. Contattato dalla ‘Regione’, l’oncologo cerca d’inquadrare il problema derivante da una somministrazione dopo la data di scadenza. Anzitutto – premette – lo sviluppo e prima commercializzazione del Thiotepa risalgono a quarant’anni fa: «Posso quindi definirlo un farmaco ormai vecchio, che ha avuto successo nei decenni, ma che ha fatto il suo tempo ed è stato sostituito da altri più efficaci. Viene ancora usato, ma relativamente poco». Da qui il motivo per cui, proprio nel periodo preso in considerazione dall’inchiesta che va dal 2007 al 2011, la vallesana Alkopharma faticava a venderlo, tanto da indurla a falsificare la data di scadenza per poter distribuire le scorte rimastele.


‘Se scaduto non è tossico’


Quanto ai benefici del Thiotepa, Cavalli afferma di non ricordare di aver mai avuto problemi particolari: «Si tratta di un farmaco ad ampio spettro la cui utilità è accertata nella cura di più tumori, come quelli linfatici, al seno e al cervello. Attualmente lo si usa solo per curare quest’ultimo o ad alti dosaggi, combinato con altri, nei trapianti di midollo». Inoltre «è abbastanza facilmente conservabile, non va ad esempio tenuto al freddo». Se, quindi, la sua efficacia scema dopo 18 mesi, «non si può comunque dire che dopo la scadenza diventi tossico per i pazienti, a differenza di altri farmaci. Di sicuro perde efficacia». 

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