Svizzera

Tredici 'Tigri' alla sbarra: inizia il maxi processo

(Pablo Gianinazzi)
8 gennaio 2018
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Inizia oggi al Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona il processo a carico di 13 persone accusate di aver sostenuto finanziariamente per anni le Tigri per la liberazione dell’Eelam Tamil (Ltte) in guerra contro l’esercito dello Sri Lanka. In concomitanza, la comunità tamil terrà una manifestazione per “dimostrare il nostro dissenso contro le accuse”, si legge nella nota dell'Organizzazione Giovani Tamil. 

Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) aveva rinviato a giudizio i tredici imputati, residenti in Svizzera, Germania e Sri Lanka, nel luglio 2016. Le accuse vanno dal sostegno o partecipazione a un’organizzazione criminale alla truffa, dall’estorsione alla falsità in documenti, fino al riciclaggio di denaro. Le attività illecite sarebbero durate una decina di anni, tra il 1999 e la sconfitta della guerriglia tamil nel maggio 2009, e avrebbero consentito di raccogliere, tra la comunità tamil in esilio, circa 15 milioni di franchi tramite un sistema sofisticato di crediti al consumo.

Secondo quanto appurato dalla Procura federale, all’epoca dei fatti l’Ltte – “che è presumibilmente da considerare un organizzazione terroristica secondo l’art. 260ter CP” – operava in Svizzera sotto il nome di copertura "World Tamil Coordinating Committee (Wtcc)" e agiva tramite suoi rappresentanti cantonali. Con il progredire della guerra civile in Sri Lanka l’organizzazione necessitava sempre più di fondi. È stato così sviluppato "un metodo per ottenere rapidamente e sistematicamente denaro da tamil residenti in Svizzera". Per farlo, l’organizzazione convinceva membri della diaspora tamil residenti in Svizzera a concludere contratti di credito al consumo per un ammontare fino a 100’000 franchi e a consegnare in seguito i fondi al Wtcc. Per consentire l’accesso ai crediti, due intermediari finanziari avrebbero fabbricato e utilizzato certificati di salario falsi e, quindi, fuorviato gli istituti bancari interessati in merito alla situazione finanziaria dei destinatari. I corrieri trasportavano successivamente i fondi in contanti a Singapore e Dubai.

In questo modo, ogni mese importi fino a un milione di franchi finivano all’estero per finanziare, tra l’altro, l’acquisto di armi. Nel 2009, alla sconfitta militare dell’Ltte e dopo che la diaspora ha smesso di rimborsare i crediti, il sistema di finanziamento è crollato.

(Ats)

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